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Shôbôgenzô Bendôwa di maestro Dôgen   maestro dogen
1o capitolo dello Shôbôgenzô, il "Tesoro dell'Occhio del Vero Dharma".
  

Un
sermone sulla ricerca della verità
Ben significa “compiere uno sforzo”, “sforzarsi” o anche”perseguire”, significa “la via” e, per estensione,,”la verità” e wa significa “un sermone” o “una storia”. Maestro Dogen si serviva abitualmente della parola bendô per indicare la pratica di zazen, e Bendôwa significa dunque un discorso o sermone sulla ricerca della verità, o a proposito della pratica zazen. Questo volume non era compreso nella prima edizione dello Shôbôgenzô. Esso fu scoperto a Kyoto durante l’era Kanbun(1661-1673), e aggiunto allo Shôbôgenzô. Quando maestro Hangyô Kozen pubblicò l’edizione in 95 volumi nell’era Genroku(1688-1704).

[11]    Quando i buddha-tathâgata, [1] avendo ognuno ricevuto la trasmissione dall’uno all’altro dello splendido Dharma, fanno l’esperienza dello stato supremo di bodhi, [2]essi posseggono un metodo sottile che è supremo e privo di intenzione. La ragione per la quale questo[metodo] è trasmesso soltanto da buddha a buddha, senza deviazioni, consiste nel fatto che il suo criterio è la samâdhi del ricevere e del servirsi del sé [3]Per trarre profitto da questa samâdhi, la pratica di [za]zen, nella postura seduta dritta, è stata stabilita in quanto autentica porta. Questo Dharma [4] è presente abbondantemente in ogni essere umano, ma se noi non lo pratichiamo, esso non si manifesta, e se non ne facciamo esperienza, esso non può realizzarsi. Quando lasciamo correre, esso ha già riempito le mani, come lo si potrebbe definire uno o multiplo? Quando parliamo, esso riempie la bocca; non ha restrizione in alcuna direzione. Quando i buddha stanno fermi e mantengono costantemente questo stato, essi non lasciano identificazioni e percezioni negli aspetti separati[della realtà]; e quando gli esseri viventi funzionano eternamente in questo stato, gli aspetti [della realtà] non appaiono loro in identità e percezioni separate. [5] Lo sforzo della ricerca della verità[6] che io insegno adesso rende reali per esperienza le miriadi di dharma [7]; esso evidenzia l’unità della realtà sulla pista della liberazione [8]. Nel momento in cui si tolgono le barriere e si diventa liberi, come questo paragrafo potrebbe esser pertinente?

[14]     Dopo avere stabilito il desiderio di cercare il Dharma, io ho visitato dei [buoni] consiglieri [9] in ogni luogo del nostro paese. Ho incontrato Myôzen [10] del [tempio] KenninNove stagioni di gelo e di fiori [11] sono trascorse veloci mentre lo seguivo, imparando un poco delle abitudini del lignaggio di Rinzai. Soltanto Myôzen aveva ricevuto l’autentica trasmissione del supremo buddha-dharma, in quanto eccellentissimo discepolo del maestro fondatore, maestro Eisai [12] -- gli altri studenti non potevano in alcun modo stargli alla pari.: In seguito andai nel gran regno dei Song, a visitare dei buoni] consiglieri ad est e ad ovest di Chekiang [13] ed a comprendere le tradizioni attraverso il portale dei cinque lignaggi. [14] Infine feci visita al maestro Zen Nyôjo [15] del monte Dai-byaku-hô [16] e là ho potuto portare a termine il grande compito di tutta una vita di pratica. Dopo di che, all’inizio della grande era Song di Shojo [17]sono tornato determinato a spargere il Dharma ed a salvare gli esseri viventi—era come se un pesante fardello fosse stato posto sulle mie spalle. Pertanto, nell’attesa di un’ondata di interesse nel corso della quale io potessi portare a termine la mia missione, ho pensato di trascorrere del tempo ad errare come una nuvola, andando di qua e di là come una pianta acquatica, nello stile degli antichi saggi. Però, se ci fossero stati dei veri praticanti che avessero privilegiato il desiderio di verità, non essendo per natura attratti dalla gloria e dal profitto, essi rischiavano di essere indotti infruttuosamente in errore da falsi maestri e quindi a gettare un velo sul corretto intendimento. Essi rischiavano di essere oziosamente inebriati dall’accecamento per cadere in uno stato eterno di illusione. Come avrebbero potuto promuovere i veri germi della prajñâ [18]o avere l’opportunità di raggiungere la verità? Mi concentravo per andare alla deriva come una nuvola o come una pianta acquatica, quali montagne e quali fiumi dovrebbero essi visitare? [19] Vedendo che sarebbe diventata una situazione pietosa, decisi di compilare una raccolta di norme e di costumi che avevo sperimentato direttamente nei monasteri Zen del grande regno di Song, ed anche una raccolta di profonde istruzioni che avevo ricevute da un [buon] consigliere e che ho conservato. Lascerò questa raccolta alle persone che imparano in pratica ed hanno tendenza alla verità, di modo che possano conoscere il Dharma corretto del lignaggio del Buddha. Potrebbe, questa, essere una vera missione.

[17]    [I sutra] dicono: Il gran maestro Shâkyamuni all’assemblea sul Picco dell'Avvoltoio [20] trasmise il Dharma a Mahâkâsyapa [21][Il Dharma] fu autenticamente trasmesso di patriarca in patriarca e raggiunse il venerabile Bodhidarma. [22]Il Venerabile si recò personalmente in Cina e trasmise il Dharma al grande maestro Eka [23]Fu questa la prima trasmissione del buddha-dharma nei paesi orientali [24]Trasmesso dall’uno all’altro in questo modo, [il Dharma] è naturalmente arrivato al maestro Zen Daikan [25]il Sesto Patriarca. In quel tempo, a misura che il vbero buddha-dharma si diffondeva attraverso il [paese] orientale della Cina, divenne chiaro che [ il dharma]va oltre l’espressione letteraria.. Il Sesto Patriarca ebbe due ottimi discepoli, Ejo de Nangaku [26], e Gyôshi di Seigen [27]Tutti e due, avendo ricevuto e mantenuto la postura del Buddha [28]furono delle guide insegnanti per gli dei come per gli uomini.

[Il Dharma] corse e si diffuse in due correnti, e cinque lignaggi furono stabiliti. Sono quelli che sono stati chiamati la scuola Hôgen, la scuola Igyô, la scuola Sôtô, la scuola Unmon et la scuola Rinzai. Nella grande [Cina] Song, oggi, solo la scuola Rinzai si estende in tutto il paese. Benché vi siano delle differenze fra le cinque tradizioni, la postura e l’impronta dello spirito del Buddha [29] sono gli stessi. Anche nel grande regno di Song, benché dagli Han posteriori [30] dei testi filosofici siano stati disseminati attraverso tutto il paese, ed abbiano lasciato qualche impressione, nessuno poteva decidere quali fossero superiori, e quali inferiori. Dopo che il maestro ancestrale fu venuto dall’Ovest, egli tagliò nettamente l’origine della confusione [31] e diffuse il buddha-dharma-non-adulterato. Speriamo che la stessa cosa si produrrà nel nostro paese..[I sutra] dicono che i numerosi patriarchi ed i numerosi buddha, che vi sono rimasti ed hanno conservato il buddha-dharma, si sono tutti basati sulla pratica di sedersi dritti nella samâdhi di ricezione e di utilizzazione del sé [32]ed hanno creduto che [questa pratica] fosse la maniera corretta per scoprire lo stato di realizzazione. Gli esseri umani che sono giunti alla verità nei Paradisi occidentali e le Terre orientali hanno seguito questo stile di pratica. Questa[pratica] si basa sulla trasmissione mistica ed autentica del sottile metodo da maestro a discepolo, e sul fatto che il discepolo riceve e mantiene la vera essenza degli insegnamenti.

[20]    Nell’autentica trasmissione della nostra religione, è detto che questo buddha-dharma [33]che è stato autenticamente e direttamente trasmesso di persona in persona, è supremo in seno al supremo. Dopo l’incontro iniziale con un [buon] consigliere, non si ha mai più bisogno di bruciare incenso, né di prosternarsi o di recitare il nome di Buddha, di praticare la confessione o di leggere dei suta. Soltanto sedersi ed ottenere lo stato che è libero nel corpo e nello spirito. Se un essere umano, fosse anche per un solo istante, manifesta la postura del Buddha nelle tre forme di condotta [34]mentre [questa persona] resta seduta ritta, in samâdhi, il mondo intero del Dharma prende la posturra del Buddha e lo spazio tutto diviene lo stato di realizzazione. Così accade che [la pratica] aumenti la gioia del Dharma che è lo stato originario dei buddha-tathâgata e rinnovi lo spendore della loro realizzazione di verità. Per giunta, attraverso i mondi del Dharma nelle dieci direzioni, gli esseri ordinari dei tre stati e dei sei stati [35] diventano tutti immediatamente chiari e puri i corpo-e-spirito; essi vivono lo stato di grande liberazione [36]  e compare il loro aspetto originale. Allora, tutti i dharma fanno l’esperienza di, e capiscono la corretta realizzazione e le miriadi di cose mettono ciascuna in pratica il proprio corpo buddhista; in un istante esse trascendono totalmente i limiti dell’esperienza e della comprensione; esse sono sedute, diritte come re dell’albero della Bodhi [37]in un istante, esse mettono in movimento la grande ruota del Dharma [38] che è nello stato di equilibrio imbattuto [39]; ed esse espongono lo stato ultimo, profondo e senza orpelli della prajñâ. Questi stati corretti ed equilibrati della realizzazione funzionano anche nell’altro senso [40]secondo dei modi di cooperazione intima e mistica, di modo che, quella persona che è seduta in zazen si libera costantemente del corpo e dello spirito, sopprime i diversi punti di vista ed i pensieri impuri, [accumulati] fin da tempi lontani, e fa esperienza di, e comprende, il puro e naturale buddha-dharma. Per ognuna delle innumerevoli, infinitesimali sedi di verità dei buddha-tathâgata,[il praticante] promuove l’opera del Buddha ed espande la sua influenza in ogni dove su coloro che hanno gli aspetti ascendenti di un buddha, riprendendo così vivamente lo stato ascendente reale di buddha.

In quell’istante, tutto nell’Universo nelle dieci direzioni -il suolo, la terra, l’erba e gli alberi, le recinzioni, le tegole e le pietre compie l’opera del Buddha. Le persone che ricevono il beneficio così prodotto dal vento e dall’acqua sono tutte aiutate come per magia dalla delicata ed impensabile influenza del Buddha e mostrano tutte l’immediato stato di realizzazione. Tutti gli esseri che ricevono ed utilizzano quest’acqua e questo fuoco espandono l’influenza del Buddha nello stato originale dell’esperienza.



(Vai alla seconda parte)
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Notes:

1- SHO BUTSU NYORAI. 
Questa espressione deriva dal Sutra del Loto(SdL 1.88). NYORAI rappresenta il sanscrito tathâgata che significa » colui che è giunto allo stato di realtà ». E’ questo il più alto epiteto del Buddha[ritorno]
2- ANOKU BODAI, 
che è un’abbreviazione per ANOKUTTARA SAMYAKU SANBODAI, è in sé una traslitterazione dal sanscrito anuttara samyak sambodhi. Bodhi significa "perfette sagezza," "verità" ou "stato di verità." [ritorno]
3- JIJUYO ZANMAI. JI significa "sé", JU significa "ricevere" et YO significa "utilizzare" ZANMAI è una traslitterazione del sanscrito samâdhi. Si trovano numerose spiegazioni di samâdhi nello Shôbôgenzô, a partire da punti di vista differenti. Per esempio JISHO ZANMAI, che è la samâdhi in quanto auto-esperienza; mentre HOSSHO ZANMAI è la samâdhi in quanto natura di dharma; c'è anche KAI IN ZANMAI, o samâdhi in quanto stato come il mare; ed infine abbiamo ZANMAI O ZANMAI, la samâdhi che è re della samâdhi. JIJUYO ZANMAI suggerisce lo stato d'equilibrio naturale che proviamo quando facciamo uno sforzo non intenzionale. [ritorno]
4- HO ha una grande varietà di significati: Dharma, legge, cose et fenomeni, metodo, realtà ecc. "Questo Dharma" suggerisce il metodo di zazen e nello stesso tempo, la realtà di zazen[ritorno]
5- Nello stato di zazen, la nostra coscienza è intera. [ritorno]
6- "Sforzo" è KUFU. "Perseguire la verità" è BENDO, come nel titolo del capitolo, Bendôwa. Maestro Dôgen si serve delle parole KUFU BENDO per esprimere zazen ugualmente. [ritorno]
7- BANPO,  lett., diecimila dharma; in altre parole, tutte le cose e fenomeni[ritorno]
8- SHUTSURO. SHUTSU significa "uscire" e RO significa "pista" o "strada". Nel Fukanzazengi, si trovano le parole SHUSSHIN no KATSURO, "la strada vigorosa del corpo che esce," vale a dire lo stato di azione vigorosa in cui il nostro corpo si libera dei problemi intellettuali e dei legami sensoriali[ritorno]
9- CHISHIKI, 
abbreviazione di ZENCHISHIKI, dal sanscrito kalyâna-mitra, "buon amico," "buon consigliere". [ritorno]
10- ZENKO. ZEN rappresenta qui MYOZEN. KO è un onorifico. Maestro Myôzen e Dôgen partirono insieme nel 1223 per studiare il buddhismo in Cina. Myôzen morì il 5 maggio 1225 all’età di 41 anni, nel dormitorio Ryôzen-ryô del Tempio Tendô-zan. Prima di essere il discepolo di Eisai, Myôzne aveva appreso gli insegnamenti della scuola Tendai sul monte Hiei [ritorno]
11- Autunni e primavere.  [ritorno]
12- Maestro Eisai (1141-1215) che si recò in Cina e raccolse la trasmissione della scuola Rinzai per portarla in Giappone.   [ritorno]
13- Provincia della Cina orientale, ai bordi del mare della Cina orientale.   [ritorno]
14- Quelle che erano chiamate le scuole Sôtô, Rinzai, Hôgen, Igyô et Unmon.   [ritorno]
15- JO ZENJI, maestro Tendô Nyôjo (1163-1228) successore del maestro Seccho Chikan. Lo Shôbôgenzô vi fa generalmente allusione come SENSHI, "il mio defunto maestro".   [ritorno]
16- DAIBYAKUHÔ, lett., il "Grande Picco Bianco", è un alto nome del Tendô-zan (monte Tendô), dove maestro Nyôjo diresse il sangha dal 1224 fino alla sua morte.   [ritorno]
17- L'era Shojo va dal 1228 al 1233.  [ritorno]
18-
Saggezza trascendente. [ritorno]
19- 
Allo scopo di trovare un vero maestro. [ritorno]
20- 
Il Picco dell'Avvoltoio è così chiamato perché la silhouette della montagna rassomiglia a un avvoltoio. Il Buddha vi predicava spesso. [ritorno]
21- 
Maestro Mahâkâsyapa, primo patriarca in India. [ritorno]
22- Maestro
Bodhidharma (6° secolo), ventottesimo patriarca in India e primo patriarca in Cina. [ritorno]
23- Maestro Taiso Eka, 
secondo patriarcca in Cina. [ritorno]
24- TOCHI, 
la Cina. Maestro Dôgen descriveva spesso l’India e la Cina come SAITEN-TOCHI, i "cieli occidentali e le terre orientali". [ritorno]
25- Maestro Daikan Eno (638-713), 
sesto patriarca di Cina. [ritorno]
26- Maestro Nangaku Ejo (677-744).  [ritorno]
27- Maestro Seigen Gyôshi (morto nel 740), settimo patriarca cinese, nella linea di Maestro Dôgen. [ritorno]
28- BUTSU-IN, lett., "sigillo del Buddha."  IN può essere interpretato come sigillo di approvazione, cioè di certificazione. Diversamente, lo si può interpetrare come forma concreta o postura. [ritorno]
29- BUTSU SHIN IN, 
lett., "sigillo dello spirito di Buddha." Al cap. 72, Zanmai-O-Zanmai, maestro Dôgen dice che il sigillo dello spirito di Buddha è postura stessa del loto [ritorno]
30- La 
dinastia degli Han posteriori va dall’anno 25 all'anno 221 de l'E.C. [ritorno]
31- 
Lett., "tagliare alla radice glicini e marante." Queste due piante rampicanti simboleggiano ciò che è confuso e complicato. [ritorno]
32- JIJUYO ZANMAI;
lo stato di equilibrio naturale. Vedi nota 3. [ritorno]
33- BUPPO, "buddha-dharma", ovvero "metodo buddhista" nell'occorrenza, significa zazen ugualmente.
[ritorno]
34- SANGO,le tre specie di condotta, cioè: del corpo, della parola e dello spirito. [ritorno]
35- SANZU, lett., le "tre direzioni" o i "tre mondi miserabili". Essi sono, l’Inferno, il mondo dei fantasmi affamati, et quello degli animali. ROKUDO, lett., le "sei maniere", o i sei mondi umani, sono i tre mondi miserabili, più i mondi degli umani, dei titani e degli dei. [ritorno]
36- DAI GEDATSU CHI. DAI, significa grande. GEDATSU rappresenta la parola sanscrita vimukti, che vuol dire liberarsi da ogni ostacolo. CHI significa stato. [ritorno]
37- 
La parola sanscrita bodhi  significa lo stato di verità. Il Buddha è pervenuto alla verità seduto sotto un pipal (ficus religiosa). Nei paesi buddhisti, chiamano questo albero, albero della Bodhi, o albero Bo. [ritorno]
38- TENBORIN, mettere in moto la ruota del Dharma, simboleggia la predicazione buddhica.  [ritorno]
39- MUTODO, lett., "uguaglianza senza uguale," dal sanscrito asamasama. L'espressione compare nel le Sûtra del Cuore e nel Sütra del Loto (SdL 3.270). [ritorno]
40- In direzione del praticante – in altri termini, la pratica influenza sia l'oggetto che il soggetto. [ritorno]
 


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