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(il Coniglio Magno) Aggiornato
al 9 gennaio 2008
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30 domande sul Buddhismo Zen e la pratica di Zazen
Queste
domande furono compilate da Gustav Ericson
a partire da quelle ricevute da un gruppo svedese di praticanti
di Zazen. Le risposte sono quelle del bonzo buddhista Gudo Wafu
Nishijima.
1. Cosa si ottiene con
Zazen?
Ciò che si ottiene grazie a Zazen è l'equilibrio del sistema nervoso autonomo. Nel capitolo dello Shôbôgenzô di maestro Dôgen intitolato Bendowa, ci sono le parole " JijuyoZanmai," di cui il maestro Dôgen
indica che sono il criterio di Zazen. La prima parola "Jijuyo” si separa in due parti che sono per una, “Jiju” e per l'altra “Jiyo.” “Jijuyo” è quindi una contrazione dei due. “Jiju” significa riceverci noi stessi e “Jiyo” significa utilizzarci noi stessi. E' quindi possibile interpretare l'espressione “Jiju” come una funzione del sistema nervoso parasimpatico e “Jiyo” come quella del simpatico. Quanto alla seconda parola, “Zanmai,”
essa significa lo stato di equilibrio del sistema nervoso autonomo. E' dunque possibile capire l'espressioneeee, “ JijuyoZanmai,”
come indicando lo stato di equilibrio del sistema nervoso
autonomo, secondo la psicologia e la fisiologia moderne.
2. Che sono i "fiori nello spazio" di cui ci parla maestro Dôgen?
"Fiori nello
spazio" è il titolo del capitolo 43 dello
Shôbôgenzô.
Maestro Dôgen vi spiega come, pur insistendo il Buddhismo sul
fatto che le considerazioni intellettuali e
la percezione sensoriale non sono di per sé entità reali,
la considerazione intellettuale in quanto tesi e la percezione
sensoriale in quanto antitesi sono utili e necessari; e
utilizzandole in quanto criteri fondamentali, noi possiamo capire la
realtà a partire di un pensiero
dialettico adoperando la filosofia de l'azione in quanto
sintesi.
3. Qual è il senso della
Trasmissioneeee del Dharma?
Il 16imo capitolo dello Shôbôgenzô,
intitolato "Il Certificato di Successioneeee," ne parla.
Maestro Dôgen vi descrive la cerimonia di trasmissione del
Dharma. "Trasmissione" significa quindi la trasmissione del Dharma e
“Dharma” significa la verità buddhistica,
l'Universo, un atto reale all'istante presente e la stessa
Realtà. Si può dunque tentare l'interpretazione che
“trasmissione del Dharma” sia il conferimento di un
certificato attestando che un discepolo maturo ha realizzato
il Dharma di un maestro buddhista.
4. Cos'è un maestro Zen?
Suppongo che le parole "maestro zen" sono una traduzione delle parole giapponesi "Zen Ji." Zen è la medesima cosa in ambe due le lingue e “Ji”
(ovvero “Shi”) significa un insegnante. Maestro zen
significa quindi un insegnante di Zazen. Ma mi pare che noi dobbiamo
stare attenti con questa parola di “Zen”. Poiché, in
certe forme del Buddhismo, a volte si avverte la strana idea
che “Zen” rappresentazza qualcosa di speciale e di
mistico.
Queste
varietà di Buddhismo prendono la parola “Zen”
al senso di una specie di entità mistica ma potente. Io mi
chiedo se ciò esiste davvero nel Buddhismo. Maestro
Dôgen odiava fortemente questo tipo di misticismo e lo esprime
nello Shôbôgenzô quanto segue (Libro 2, P. 62, L 12.):
“La gente che non impara questa verità in pratica parla a caso. Chiama sbagliatamente “Scuola Zen”
il tesoro del genuino occhio del Dharma e la mente sottile del
nirvâna che sono stati autenticamente trasmessi dai
patriarchi buddhisti; chiama “patriarca zen” il maestro ancestrale; chiama “studenti zen” o “studenti del dhyana” i praticanti; e taluni si chiamano “le
scuole zen.” Questi sono solo rami e foglie radicate in una
veduta storta. Chi si dà a torto il nome di “Scuola
Zen,” che non è mai esistito in India, in Occidente
né in Oriente, dal passato al presente, coloro sono demoni che
si sono dati da fare per distruggere verità del Buddha. Essi
sono i nemici non-invitati dai patriarchi buddhisti.”
Ecco perché bisogna stare attenti utilizzando la parola "Zen."
5. Cos'è
l'intuito?
L'intuito
è una capacità mentale la cui funzione è di
decidere a
favore di una conclusione che trascende sia le considerazioni
mentali che les percezioni sensoriali. Quando è più forte
il sistema simpatico, la considerazione
intellettuale funziona bene, e quando è più forte il
parasimpatico, sono le percezioni sensoriali che meglio funzionano; ma
quando sta bilanciato il sistema nervoso autonomo, la
capacità d'intuito funziona bene direttamente.
6. Cos'è la nostra genuina natura originale?
A dir il vero,
ci è normalmente impossibile conoscere la nostra genuina natura
originale poiché è solo un fatto semplice all'istante
presente, e quindi impossibile da afferrare.
7. Cos'è la Natura-di-buddha?
Al capitolo 22 dello Shôbôgenzô col titolo “Bussho”,
ovvero “La Natura-di-buddha,” maestro Dôgen descrive la Natura-di-buddha quanto segue (Libro 2, P. 6, L. 1.):
“Se volete conoscere questa Natura-di-buddha, ricordatevi che le
cause e le condizioni sono il tempo reale così com'è.”
La
Natura-di-buddha non esiste quindi mai nel passato né
nel futuro ma sempre solo all'istante presente. Si può quindi
pensare che la Natura-di-buddha è la realtà giusto
all'istante presente.
8. Che sono il Paradiso e l'Inferno?
Il Paradiso
è una supposizione umana, proprio come l'Inferno. Ma quando
il nostro
sistema nervoso autonomo è in bilancio, è solo
il Paradiso, e quando non lo è, è solo l'Inferno.
9. Che sono la vita e la morte?
Quando smette
di battere il nostro cuore e non riparte, tale stato viene
chiamato morte, e quando batte senza fermarsi, tale stato viene
chiamato vita.
10. Qual'è il senso dell'idea buddhista di vacuità?
Il vero senso
della vacuità nel Buddhismo è stato capito molto male per
parecchio tempo e confuso con il nulla o vuoto. Ma se abbiamo capito
che il Buddhismo è una filosofia
realista, ci risulta impossibile capire così la
vacuità. Nel Buddhismo, la vacuità è nient'altro
che “le cose così come sono.”
Una tazza è une tazza. Una tazza non è mai più di
una tazza e una tazza non è mai meno di una tazza.
11. Cosa sarebbe un buon zazen e un cattivo zazen?
Non esiste
né buono né cattivo zazen. Ciò
che è diverso da zazen è sbagliato e ciò che
è solo zazen è zazen.
12. Cos'è l'eternità?
L'eternità
è solo un'idea umana. Ma il fatto all'istante presente è
eterno, perché deve venir registrato in quanto fatto
all'istante presente e non potrà mai venir cancellato per sempre.
13. Qual'è il senso del "Bodaisatta Shishobo” di maestro Dôgen'? Potrebbe Lei commentare sui quattro principi delle relazioni sociali di un bodhisattva?
Il capitolo 45 dello Shôbôgenzô s'intitola "BODAISATTA-SHISHOBO”,
ovvero “Quattro elementi delle relazioni sociali di un
bodhisattva." Questi quattro elementi sono quanto segue:
“Primo, c'è il dono gratuito. Secondo, c'è la parola amabile. Terzo, il comportamento soccorrevole. Quarto, c'è la cooperazione.”
1) Il dono
gratuito : Quando il nostro sistema nervoso autonomo è
bilanciato, ci risulta impossibile di essere avari e se qualcosa non ci
è necessario, non abbiamo ragione alcuna di rifiutarla ad altrui.
2) La parola
amabile : Quando il nostro sistema nervoso autonomo è
bilanciato, ci risulta molto naturale di essere cortesi con altrui
e l'effetto di tale cortesia può essere di renderli felici.
3)
Comportamento soccorrevole : Quando il nostro sistema nervoso autonomo
è bilanciato, siamo felici di aiutare altrui e l'effetto di tale
aiuto è di renderli felicissimi.
4) La
cooperazione: Quando il nostro sistema nervoso autonomo è
bilanciato, siamo sempre cooperativi per uno scopo comune e
ciò che vogliamo compiere lo sarà ben più presto.
14. Cosa significa dire che la vita è un solo respiro ?
La nostra vita esiste sempre solo all'istante presente e la durata di tale istante presente è sempre estremamente breve, e si ci pensa bene, l'istante presente è quanto più breve di uno dei nostri respiri. E' quindi possibile dire che la nostra vita è sempre più breve della durata di un respiro.
15. Quando bisogna infrangere i precetti ?
Non bisogna mai
infrangere i precetti, ma succede che un errore sia inevitabile.
Eppure, ni bisogna preocuparsi dall'aver infranto i precetti
buddhistici, poiché è assolutamente
impossibile tornare indietro per correggere l'errore. Meglio vale
dunque lasciare gli errori nel passato e fare del proprio meglio giusto
all'istante presente.
16. Dove sarà Lei fra 100 anni ?
Quando
morrò, fra poco, fra qualche anni, tutto smetterà di essere, io incluso, e mi riposerò per sempre.
17. Come possiamo capire noi stessi ?
Credo sia impossibile.
18. Cosa possiamo capire tramite le parole e cosa ci sarebbe impossibile capire tramite parole?
Tutto possiamo capire ma, allo stesso tempo, il nostro intendimento non potrà mai toccare la realtà.
19. E' possibile insegnare lo
Zen ?
Ci è
possibile insegnare Zazen, ma è necessario per ognuno praticare zazen da sé.
20. C'è uno scopo a zazen ?
C'è uno scopo a zazen. Questo scopo è la pratica di zazen.
21. Donde veniamo, perché stiamo qui e dove andiamo?
Mi pare questo tipo di domanda superi le capacità umane.
22. Come mollar la presa dalla gloria e dal profitto?
Quando il
nostro
sistema nervoso autonomo è bilanciato, la questua di gloria e di
profitto ci pare estremamente noiosa. Ci sembra allora tanto più
interessante andare in questua di qualcosa di valido, cioè la
verità.
23.
Ci potrebbe dire di più sulla città di Manciuria dove
faceva il militare durante la guerra? Qual'era questa città
La si chiamava Songo in giapponese all'epoca, e stava nel
settore nord-ovest della Manciuria, vicino al fiume Amur.
Era solo una città di guarigione per l'esercito giapponese.
Fortunatamente, non c'erano combattimenti da quelle parti, a quel
tempo, e ci accontentiamo di fare la guardia.
24. Ci può dire di più sul Suo ritorno in Giappone dopo della guerra?
A giugno 1945, ricevetti l'ordine di recarmi a Himejiin Giappone per diffendere il paese; ho quindi costeggiato la costa orientale della Corea in situazioni piuttosto pericolose, ed è in Himeji che vidi la fine della guerra in Giapone.
25. Come può zazen aiutarci ad essere felici?
La pratica di zazen è di per sé la condizione più felice.
26. Come praticare zazen nell'ambito dei nostri compiti quotidiani?
Sin da quando
ho traslocato nella mia nuova residenza, mi sono messo a cucinare da
solo, e ho quindi scoperto che il mio cucinare ogni giorno avesse pure
le caratteristiche dell'azione. Cucinare può quindi essere
per me anche una specie di sforzo buddhistico, ovviamente,
pur praticando io zazen due volte a giorno.
27. Cos'è la verità?
La realtà è la verità. L'Universo è quindi anch'esso la verità.
28. Ci dica taluna delle Sue citazioni preferite nello Shôbôgenzô, e perché lo sono?
Ad esempio,
"E' giusto un attimo dopo l'altro di mente rossa, sulla quale poggiamo esclusivamente." (Shôbôgenzô Libro
1, P. 211. L. 1.)
L'espressione "mente rossa" significa una mente sincera, ed è una descrizione della vita quotidiena di maestro Dogen.
29. Come può un maestro zen aiutare uno studente?
Un maestro buddhista può aiutare i suoi allievi insegnandogli la filosofia buddhistica, guidando la loro vita quotidiana, praticando in loro compania e trasmettendogli il Buddha-Dharma.
30. Nel corso della Sua vita, come ha osservato che funzioni in pratica lo zazen?
Mi sono un po' migliorato.
Auguri
Gudo Wafu
Nishijima