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Questa pagina e' stata aggiornata il 8 dicembre 2006

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Basi dottrinali del Buddhismo Zen

Il Buddhismo parte fondamentalmente dalle

Quattro Nobili Verità,

il cui oggetto è l'analisi :

-1) de l'insodisfazione, del dolore e della sofferenza.

-2) delle sue cause ed origini.

-3) dlla possibilità di assicurare la loro estinzione.

-4) dei mezzi atti ad arrivarci.

Siccome si tratta qui di un' analisi, pregasi non confondere i risultati dell'analisi con la realtà.

Le si può compendiare come segue : (ognuna può dar luogo a molteplici sviluppamenti)

1. Tutto è patimento (dukkha) :

Questo è la costatazione fondamentale delle limitazioni, dell'insufficienza, dell'impermanenza, dell'insicurezza e quindi dell'instabilità e dell'insodisfazione perpetue che caratterizzano l'esistenza umana.

Grosso modo, si è infelici perché le cose non vanno come vorremmo, perché la realtà non corrisponde ai nostri sogni ed ai nostri fantasmi.

2. L'origine del patimento:

E' il fantasma :
il fantasma avido di ottenere quel che non si ha, o quello di aver più di quanto già si ha oppure di possedere cose ed esseri,
di gioire dell'esistenza e dei suoi piaceri, ed anche il fantasma che questa esistenza e questi piaceri non céssino,
é la sete di esistenza (o di non esistere = desiderio di morire) animato dai nostri sei sensi ( conscienza ivi compresa ).

Schematicamente :

- i nostri sei sensi ci portano ai contatti.
- i contatti creano o condizionano delle sensazioni
(buone o cattive).
- codette sensazioni portano all'attaccamento
(o al rigetto ...il suo opposto ).
- l'attaccamento (o il suo opposto ) porta alle nuove rinascite
col loro corteo di nuovi patimenti ed insodisfazioni.

3. La liberazione dal patimento :

consiste nello spegnere, far cessare,
far sparire la sete o fantasma :
"tramite l'estinzione del fantamsa, l'attaccamento cessa
con il suo corteo di patimenti, pene e pianti ".

La pacificazione d'ogni oggettificazione
E la pacificazione dell'illusione :
Nessun Dharma è mai stato insegnato dal Buddha
Ad alcun momento, in alcun luogo, a nessuno."

- Nâgârjuna

4. Le vie che portano alla cessazione del patimento :

E' l'oggetto del punto che segue :

L'OTTUPLICE NOBILE SENTIERO - mezzo dell'estinzione.

Si è soliti di classificare le otto parti dell'Ottuplice Nobile Sentiero in tre gruppi, ognuno corrispondendo ad un aspetto diverso :

prajñâ : la saggezza intuitiva
(pra => prae, davanti;
jñâ => cf. gnosis, conoscenza)

sila: l'etica, la moralità

samadhi: questo stato secondo nello quale si fa tutto correttamente.

" Ho corso lungo innumerevoli esistenze,
" Sperimentando la vita quale dolore che si rinnova,
" Alla ricerca di chi ha costruito la casa, senza trovarlo.

" O artefice! Ora ti ho scoperto,
" Non costruirai piu' una nuova casa!
" Sono infrante le tue travi, quella di colmo e' crollata:
" Liberata dal ciclo degli impulsi indisciplinati,
" La mente ha finalmente estinto ogni attaccamento.

- Dhammapada (X-153/154)

Prajñâ

 

 

1) la veduta, l'opinione o la comprensione giusta :

Perciò, ci vuole prendere coscienza delle Quattro Nobili Verità e della loro portata pratica : l'uomo è unica causa delle sue sventure e felicità.
Inoltre, tutto quel che facciamo che nuoce ad altri aumenta il nostro karma negativo e ne subiamo quindi le consequenze spiacevoli
in questa vita o in un'altra.

2) la rappresentazione mentale giusta :

Ci porta a separarci di ogni intenzione cattiva o egoista in quanto cosa assurda, inutile, ingombrante, funesta. Difatti, possono soltanto contribuire all'esacerbazione dei nostri pensieri, a torturare le nostre emozioni invece di placargli per meglio addomesticargli, ammaestrargli.

Sila

 

3) la parola giusta :

Evitera le querelle vane, superficiali, o vanitose che solo accrescono le cattive inclinazioni e diminuiscono le virtù altrui .

4) l'attività giusta :

E' il mettere in pratica la nostra bontà essenziale. L'atto deve essere impresso di pazienza. L'azione non si deve compire alle spese altrui.

5) mezzi di esistenza giusti :

Esercitare il suo mestiere conscientemente, ma senza passione, interesse, malevolenza egoista od altro . Fare un mestiere che non nuoce ad altri.

Samadhi

 

 

6) lo sforzo giusto :

Fare lo sforzo giusto ed efficiente, senza eccessi di zelo ne passività .
- è lo sforzo di evitare le tendenze nocive personali, non ancora realizzate
(per esempio: pensieri, sentimenti o desideri cattivi ).
- è lo sforzo di superargli una volta che sono nati.

7) l'attenzione giusta :

E' la base necessaria per la concentrazione mentale che sfocia nella conoscenza profonda delle cose, degli esseri, dei fenomeni, ecc.....,

L'attenzione giusta : prepara alla concentrazione giusta.

8) la concentrazione giusta :

E' lo scopo finale dell'Ottuplice Sentiero che permette di accedere alla liberazione .

Il NIRVANA (stato di liberazione e di discondizionamento perfetto) si realizza al termine dell'esperienza del risveglio. E' uno stato di coscienza globale, di calma, di pace interiore non afflitto (o turbato) dai pensieri, desideri, impulsi, passioni, ed altri fenomeni o turbamenti umani o terrestri. Questa realizzazione chiude il ciclo dei rinascimenti.


I CINQUE IMPEDIMENTI , ostacoli alla contemplazione/dhyâna :

1. Il desiderio sensuale
2. la malevolenza
3. il torpore ed il languore
4. l'agitazione
5. l'inquietudine
.

(esempi : le ossessioni di natura vitale)
(atteggiamento impronto di egoismo)
(esempi : la pigrizia, l'indolenza)
(esempi : le ossessioni mentali, l'ira, lo stress, la nervosità, ecc..)
(esempi : la paura, i dubbi, i trauma emozionali ed affettivi, i timori inspiegabili, ecc..)


I CINQUE PRECETTI:
sono aiuti per guidarsi ed evitare gl'impedimenti; gli si può compendiare come segue :

1. Astenersi dal togliere la vita agli esseri.----------------
2. Non rubare, ne prendere quel che non è stato dato--.
3. Astenersi dalle cattive condotte carnali.----------------
4. Astenersi dalle cattive parole.----------------------------
5. Astenersi dalle bevande inebrianti o dalle droghe-----

per rispetto per ogni forma di vita.
per rispetto per l'universo degli altri.
per rispetto per l'intimità e la fiducia dell'altro
per coscienza della loro portata karmica
per coscienza dei danni che possono provocare, in quanto possono scatenare forze negative.

Non si tratta qui di "commandamenti", ma di linee direttrici che consentono la presa di coscienza del fatto che non stiamo soli nel mondo. Nulla ne nessuno vive isolato, intero per se, esistendo in se e per se stesso, senza alcuna relazione col ambiente. Ognuno dei nostri gesti causa conseguenze, e dobbiamo assumere la totale ed intera responsabilità di tali conseguenze.

E' in tal senso che il Buddha insegnò "la Via di Mezzo ", governata dalla pazienza, l'attenzione, la distinzione tra pensieri, emozioni e desideri travianti. Questa via di mezzo è una via media, che, senza pretanto cedere all'attrazione mondana, preconizza l'osservazione di una disciplina dolce che non cade mai nei capricci masochisti dell'automutilazione.

Capirlo è l'essenza dello Zen, ma non ne troverai qui la spiegazione. Questa sta in te stessa/o. Non posso fare altro che tentare di darti un aiuto a trovarla..

Vivi felice.


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