Il grande sutra del Cuore della Saggezza è il testo più importante del Buddhismo Zen. Tutto ciò che dovete sapere sul Buddhismo viene contenuto in questo unico testo compatto. Presento qua la versione tradotta da Kobun Chino visto che fu la prima ch'io abbia mai sentito. Quando sentii questo, ho saputo ch'era giusto anche prima di averne avuto la più minima idea del senso. presento il testo completo dapprima, colle spiegazioni di taluni dei termini usati in seguito.
Avalokiteshvara Bodhisattva
Tramite la pratica profonda della Prajñâ Pâramitâ
Capì che i cinque skandhas sono vuoti
E fu salvato di ogni sofferenza ed ogni sconforto
Sâriputra, la forma non è diversa della vacuità;
La vacuità non è diversa della forma.
Ciò ch'è forma è vacuità;
Ciò ch'è vacuità è forma.
Ed è lo stesso colle sensazioni, le percezioni, le volizioni e le coscienze.
Sâriputra, tutti i Dharma hanno questo carattere della vacuità;
Non appàiono né scompàiono,
Non sono né sudici né puri,
Non crescono né decrescono.
Perciò nella vacuità, né forma,
Né sensazioni, percezioni, impulsioni, coscienze;
Né occhi, né orecchi, né naso, né lingua, né corpo, né mente;
Né colore, né suono, né odore, né gusto, né tatto, né oggetto del pensiero;
Non c'è reame della visione eccetera, sino a non c'è reame del pensiero-coscienza;
Non c'è ignoranza e non c'è neanche estinzione dell'ignoranza, sino alla vecchiaia e alla morte e neanche estinzione della vecchiaia e della morte
Né sofferenza, né origine, né cessazione, né via;
Non c'è conoscenza e non c'è realizzazione.
Non vi essendo nulla da realizzare
Il Bodhisattva dipende della Prajñâ Pâramitâ
Ed il suo mentale non è un osctacolo.
Senza ostacoli, non vi è paura;
Lontano di ogni concetto pervertito, rimane nel Nirvâna.
Nei tre mondi, tutti i Buddha dipendono dalla Prajñâ Pâramitâ
E giungono all'Anuttara-samyaksambodhi.
Sappiate dunque che la Prajñâ Pâramitâ
E' il grande mantra transcendente,
Il grande mantra luminoso,
Il mantra insorpassabile,
Il mantra supremo,
Capace di alleviare ogni sofferenza
Autentico e non falso.
Proclamate dunque il mantra della Prajñâ Pâramitâ,
Proclamate il mantra che dice:
Gate, gate, paragate, parasamgate! Bodhi! Svaha!
Avalokiteshvara Bodhisattva: Il Bodhisattva della Compassion, anche chiamato Kuan Yin in cinese e Kanon in giapponese. Avalokiteshvara era all'origine percepito come maschile, ma le sue rappresentazioni devennero sempre più femminili finché i Cinesi ed i Giapponesi di oggi giungessero a quasi sempre dipingere Kuan Yin/Kanon da donna. Un Bodhisattva è un essere postpone l'ottenzione della piena buddheità a fine di salvare tutti gli esseri sensibili. Avalokiteshvara è uno dei principali personaggi del sutra lungo cui viene derivata questa sezione. E' ella ("ella" perché si tratta di un dipinto giapponese) in alto a questa pagina.
Prajñâ Pâramitâ: Prajñâ è la sagezza intuitiva che non ha nulla a che vedere colla conoscenza. Si può sviluppare tale sagezza tra la pratica di Zazen. Pâramitâ è aggiunto per l'enfasi, per dire la prajñâ più alta.
Sâriputra: Questo è un altro personaggio del sûtra lungo, un discepolo di Gautama. Il nostro eroe, il Buddha Gautama (morto parecchio tempo prima che questo venne composto, ma non ve ne preocupate troppo), si sta indirizzando a lui.
Cinque Skandha: I buddhisti non accettono l'esistenza di un anima. Al suo posto, dicono che un essere humano è composto di cinque skandha, la parola skandha significando letteralmente "mucchio." Questi cinque sono (forma), vedanta (sensazioni), samjñâna (percezioni), samskara (impulsioni o prestazione) e vijñâna (coscienza).
La parola samskara è
difficile da capire
persino nel sanscrito di origine. Benché Kobun Chino usi qui
della parola "impulsioni", Gudo Nishijima preferisce usare se servir
della parola "prestazione." Il suo ragionamento è che i
cinque
aggregati devono essere intesi in termini delle quattro filosofie
valorizzate da Dôgen nel
Shôbôgenzô. Queste
quattro sono il materialismo, l'idealismo, l'azione e la
realtà al momento presente. Sotto questa luce, si
può
vedere rupa o la forma quanto rappresentante la materia obiettiva, e
vijñâna o cocscienza quanto rappresentante la
mente
soggettiva. Le tre altre sono in relazione col funzionamento umano.
Vedana è la percezione fisica o sensazione e
samjñâna è la considerazione umana o la
percezione mentale. Samskara quindi rappresentarebbe tanto l'azione
concreta quanto le impulsioni per compiere l'azione.
Vacuità: Questo è la parola più mal intesa di tutta la filosofia buddhista. Il sanscrito di origine è Sunyata il che significa tale-com'è-ità, lo stato delle cose come sono senza essere colorate dalle nostre viste e concezioni. Non si tratta di un concetto nihilista del vuoto.
Sofferenza, Origine, Cessazione, Via: Questo rappresenta le Quattro Nobili Verità enfatizzate dal Buddha Gautama nelle sue prime prediche dopo l'aver raggiunto l'Illuminazione (ahimé quanto odio questa parola). La comprensione consueta è che la prima verità è che ogni vita è sofferenza. Il Buddha Gautama infatti usava della parola "dukkha" parola pali il cui senso è "experienza insoddisfacente." La seconda è che ciò che sta all'origine della sofferenza,è il desiderio. La parola usata dal Buddha Gautama era infatti trsna che significa "sete." La terza Verità è che la cessazione del desiderio porti alla cessazione della sofferenza. La quarta è il Nobile Ottuplice Sentiero che porta alla cessazione del desiderio.
L'interpretazione che fa Gudo Nishijima delle Quattro Nobili Verità è un pò diversa. Egli le vede come stando in rapporto con i quattro livelli di filosofia di Dôgen (Idealismo, Materialismo, Azione al momento presente, e Realtà). Quando si considerano le cose da un punto di vista idealista, è tutto schiffoso. Non c'è nulla che possa mai giungere sino agli ideali che si è creati. Ecco cos'è la sofferenza. Da un punto di vista materialista, è tutto determinato, persino i nostri pensieri sono il risultato d'interazioni chimiche che seguono le legi delle cause e degli effetti. Ciò che è all'origine della sofferenza,è il nostro augurio che le cose siano diverse di ciò che sono mentre non lo potranno mai essere, o il conflitto tra l'idealismo ed il materialismo. Por fine a dei concetti così strampalati è azione al momento presente. Il Nobile Ottuplice Sentiero è la realtà stessa.
I tre mondi: Passato, presente e futuro.
Nirvâna: Vorreste ch'io vi dica "Il gruppo di Kurt Cobain," vero? Beh, non ve lo dirò. In Occidente, si capisce sovente il Nirvâna di traverso come fosse una specie di "paradiso buddhista." Poiché Nirvâna significa letteralmente "cessazione" o "estinzione," i ricercatori del passato hanno teso a farlo equivalere ad un nihilismo. Ni ci sono più molti specialisti per sottoscrivere a quest'idea. A volte, il Nirvâna viene opposto al Samsara. Ma siccome si capisce anche il Samsara di traverso, questa opposizione non è molto utile, neanch'essa. Altri danno a Nirvâna il senso di una specie di felicità spirituale. Ma faresti meglio di fumarti uno spinello bello grosso se è questa specie di felicità che stai ricercando (ué man!).
Il modo migliore di capire il Nirvâna, sarebbe quanto una specie di obiettivo della pratica buddhista. Qui, qualsiasi buon maestro buddhista vi dirà che è il mirino ad essere importante, nel buddhismo, non il bersaglio. Nel suo Madhyamika Kârika, Nâgarjunâ dice che il Nirvâna non è la realtà. Ma non è il Nirvâna l'ultima realtà ? Ben si potrebbe che il nostro concetto di ultima realtà non abbia controparte alcuna nella realtà ultima.
Anuttara-samyaksambodhi: Liberazione completa.
Grande mantra transcendente : Quest'ultima sezione è molto diversa dal resto e sembra ci spinga a cantarellare la piccola linea che sta al fine : "Gate, gate, paragate, parasamgate. Bodhi! Svaha!". Questo significa fondamentalmente : "Ito, ito, completamente ito sull'altra riva. Evviva!" Non è proprio fatto per essere cantato. E' solo un'espressione dello stato di realizzazione. "L'altra riva" sta laddove stiamo qui ed adesso