Una passeggiata in montgolfiera
Una persona stava volando in mongolfiera e repentinamente si diede conto di essersi persa. Poco dopo, decise di manovrare e di scendere un pò. Poi avvisò ad un uomo e gli gridó:
-- Per cortesia, mi potrebbe aiutare? Ho promesso ai miei amici ed amiche d'incontrargli, però ho già mezz'ora di ritardo e non so nemmeno dove sto.
-- Certo che La posso aiutare. Lei sta in una mongolfiera, flotando a circa 30 metri di altitudine, tra i 40 e 42 gradi di latitudine norte e tra i 58 e 60 gradi di longitudine ovest.
-- Lei non sarebbe mica un istruttore o maestro di meditazione?
-- Difatti, sono istruttore di meditazione. Come l'ha indovinato?
-- Perché tutto ciò che Lei mi ha detto è "tecnicamente" corretto, ma "praticamente" inutile. Non so nemmeno cosa fare coll'informazione che Lei mi ha dato, e ancora non so dove sto.
-- E Lei deve senz'altro essere principiante in meditazione, vero?
-- In effetti, si. Ma... come l'ha saputo?
-- Molto facile: Lei non sa né dove sta, né dove va. Ha fatto una promessa che non sa nemmeno come reggerla, e adesso espera che qualch'un altro La risolva il problema. Difatti, Lei sta esattamente en la medesima situazione della partenza... Tranne che adesso, per qualche motivo, risulta che ... la colpa e mia!
Un buddhista e un Indû precipitano da un aereo con un solo paracaduta che si però fallisce.
Dice l'Indù che chiederà a Dio di salvarlo.
Il buddhista gli dice che non funzionerà. Non c'è un dio. L'unica cosa che c'è, è la fondamentale natura di Buddha.
Dice quindi l'Indù, Dio salvami, ma continua a cadere.
Dice il buddhista, 'Mi rifugio nella mia natura di Buddha e viene dal nulla una mano che lo prende e lo depone lentamente per terra.
L'indù che sta cadendo, vedendo quello, dice: "Mi rifugio nella mia natura di Buddha' e viene dal nulla una mano che lo raccoglie. Quindi aggiunge l'Indù, "Grazie a Dio" e la mano si rivolge e l'Indù si schianta.
Moralità: a volte, la natura di buddha ha un senso dell'umorismo un pò macabro
Maestro e allievo sono seduti sul cuscino.
Di botto chiede l'allievo al Maestro: "Cos'è l'essenza dello Zen?"
Salta in piedi il Maestro e gli da un calcio in culo all'allievo.
L'allievo perplesso gli dice: "Ehi, ne avevo soltanto bisogno per le parole incrociate!"
Un contadino giapponese disperato chiese un incontro con un famoso Maestro Zen e il suo allievo: quando si presentò il contadino disse "Maestro, mi devi aiutare! sono disperato! Mia moglie mi ha scacciato di casa perchè dice che sono un fannullone, mio figlio maggiore è scappato con una geisha invece di aiutarmi nei campi, il Daimyô ha preso gli altri due miei figli maschi per le sue guerre, non mangio da tre giorni, mia madre è morta lo mese scorso. Ti prego aiutami, solo tu puoi farlo!!!"
Maestro e discepolo si trovavano nel giardino della loro dimora, l'allievo guardò il Maestro che sembrava pensoso.
Una farfalla svolazzava allegramente tra fiori rossi porpora e il cielo era terso, spirava una leggera brezza primaverile che rinfrescava l'ambiente.
Il contadino era trepidante in attesa della risposta che il Maestro gli avrebbe dato e anche il discepolo non poteva proprio immaginare come il Maestro avrebbe potuto aiutare il povero contadino.
Dopo qualche minuto il maestro si voltò verso il contadino e gli disse: "Ricordati che l'acqua scorre nel ruscello, le farfalle volano, il vento ci accarezza e il cielo è blu."
Il contadino rimase ammutolito per qualche secondo, poi iniziò a ringraziare il Maestro e ad inchinarsi, sembrava veramente sollevato dal peso delle sue disgrazie.
Quando il contadino se ne andò, il discepolo si rivolse al Maestro: "Maestro, non ho capito il senso della sua risposta" e il Maestro gli disse: 'Aspetta, abbi pazienza!'
Passò un anno e io contadino tornò a fare visita al Maestro. La sua condizione esteriore denotava un sicuro miglioramento rispetto l'anno precedente. Arrivato al cospetto del Maestro Zen gli disse: "Maestro, le sue parole mi hanno veramente aiutato, mi hanno svelato lati che non vedevo nella mia situazione. mia moglie mi ama e mi accudisce, il mio figlio maggiore è tornato e mi aiuta seguendo le mie indicazioni, anche il Daimyô ha ascoltato questo povero contadino e ha restituito entrambi i miei figli minori che cosi' possono aiutarmi nei campi. Sono diventato un uomo benestante e felice e questo lo devo ai tuoi preziosissimi consigli".
Il contadino fece un dono al Maestro e se ne andò.
Quando furono soli, il discepolo disse: "Maestro, non ho ancora capito, malgrado ci abbia meditato tutto l'anno, come le tue parole possano aver aiutato quel contadino. Ti prego, spiegamelo!"
Il Maestro gli rispose: "caro discepolo, è questo uno dei vantaggi di essere un Mestro Zen: puoi dire quello che ti passa per la testa sicuro che la gente lo interpretera' come grande insegnamento! E agira' di conseguenza!"
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