Ingresso   Cultura del Loto   Maestro Gudo   Articoli   Dottrina   Canone Pali   
Sutra Mahayanici
   Umorismo   Storia   Galleria   Contatti   Legami

Sito realizzato da Nanabozoh (il Coniglio Magno)
Aggiornato al 5 marzo 2007

              Version française

[Ripreso dal blog di Gudo Wafu Nishijima rôshi]

22/6/2006

Fukan zazengi 

Nishijima roshi

Fukan-Zazen-Gi (3) Interpretazioni

Nell'assieme, si potrebbe dire che tutto ciò che c'è da scrivere su di zazen si trova inevitabilmente nel Fukan-Zazen-Gi di maestro Dôgen, e che quel che non è necessario scrivere non si trova da nessuna parte. Il che travolge inevitabilmente che ciò che vi è scritto ha sempre un valore importante, e dunque, vorrei rivedere tutte le frasi a secondo la mia interpretazione.

(1) Affermazione del mondo reale

In linea di massima, una persona che crede in una filosofia idealista ha tendenza a pensare che ciò che pensa nel suo cervello costituisce i massimi criteri del mondo. Ne trae quindi la conclusione che il mondo reale, così diverso dal loro ideale, rimane sempre imperfetto e quindi insoddisfacente.

Ma allo stesso tempo, c'è gente che crede in una filosofia materialista, e per chi è chiarissimo che questo mondo è costituito solo di materia. Per questa gente, questo mondo strettamente materiale nè per niente soddisfacente, ma rimane l'unico in cui possiamo vivere. Pensa dunque che se lo vogliamo migliorare, lo dobbiamo distruggere.

Nel Buddhismo, pero, questo mondo in cui viviamo è l'unico ch'esista, e ci è quindi necessario affermare la situazione reale del mondo, e inevitabile che ci viviamo dentro e tentiamo di migliorarlo quanto possibile. Maestro Dôgen proclama che, grosso modo, gli esseri umani vivono solitamente in una situazione adeguata, e che potrà quindi sembrargli inutile andarsene in questua della verità, tramite pratiche e esperienze.

(2) Situazione reale della vita umana 

Eppure, quando  nei fatti esaminiamo la vita reale degli esseri umani, possiamo osservare che è ben lungi dall'essere adeguata ed agiata. Ad esempio, quando nel nostro quotidiano ci si pone un piccino problema, sovente prende esso una considerevole importanza, fino al punto di diventare difficillimo da sistemare. La mente avvisata associata ad un'eccellente abilità intuitiva, possiamo dare l'impressione di acquisire una grande comprensione dei nostri problemi specifici. Tale apparente intendimento da luogo ad una fortissima fiducia nelle nostre capacità mentali, così forte da renderci impossibile l'entrare nel dominio dell'atto reale, quello che sta aldilà, spoglia della nostra funzione mentale.

(3) Reale eccellenza dei maestri antichi

Quando vengono considerati gli eccellenti maestri del passato, osserviamo che il Buddha Gotama praticò zazen al Jetanava Anathapindikarama per sei anni, e che il Gran Maestro Bodhidharma del tempio di Shaolin lo praticò per nove anni. E questi eccellenti maestri avendo praticato enormemente, è dunque inevitabile che noi faccessimo lo stesso.

(4) Natura reale di zazen

Il contenuto reale della pratica di zazen non è la ricerca di parole, né il proseguire il senso delle frasi. E' di orientare la luce verso l'interno di noi stessi per riflettere. Allora la nostra coscienza di corpo e mente svanisce naturalmente, e i nostri occhi e facce originali si manifestano fattualmente. Di conseguenza, se vogliamo sperimentare una realità tale, che mai può venir descritta a parole, ci è necessario realizzarla tramite l'atto di zazen.

(5) Circostanze di Zazen

All'origine, meglio vale per noi utilizzare una stanza tranquilla, e bere e mangiare moderatamente. Buttando via ogni circostanza, e smettendo l'assieme dei nostri compiti per un attimo, mai dovremmo avere considerazione alcuna del bene e del male, né un interesse qualsiasi nel vero ed il falso. Fermando le funzioni della mente, della volontà e della coscienza, e fermando le considerazione per immagine, riflessione ed intuizione, e così via, non dovremmo mai voler diventare buddha. La situazione di Zazen è completamente differente dal sedere e del coricarci nella vita quotidiana.

(6) Metodi concreti di Zazen

Di solito si stende una stuoia spessa al posto per sedere. All'epoca di maestro Dôgen, persino nelle case giapponesi, non si usavano neanche tanto le stuoie. Così, per praticare Zazen, avevano bisogno delle stuoie sui pavimenti di tavole di legno. E sopra di esso, usavano di un cuscino tondo speciale, chiamato Zafu.

In Zazen, a volte si fa uso della postura piena del loto, e a volte, della postura di mezzo-loto. Nel primo caso, si pone dapprima il piede destro sulla coscia sinistra, e poi il piede sinistro sulla coscia destra. Nel secondo caso, si spinge la coscia destra col piede sinistro. E se, in questo caso,  si parla di "spingere," tale descrizione potrebbe suggerire un piegare meno stretto delle gambe.

C'è pure un problema rispetto a sapere se è ammissibile di cambiare gamba tra la destra e la sinistra. Maestro Kôdô Sawaki spiegò chiaramente che "Maestro Dôgen ci ha soltanto dato un esempio solo," e possiamo quindi interpretare che è ammissibile di cambiare gamba tra destra e sinistra durante Zazen, a seconda i bisogni.

Si coprono (le mani ed i piedi) con i vestiti, e si arrangia questi correttamente. Poi, ponete la mano destra sul piede sinistro, e la mano sinistra sopra la mano destra. Quando i piedi stanno in opposizione, la posizione delle mani deve anch'essa essere in opposizione. Si fanno toccare le estremità dei pollici, e vengono posti all'altezza dell'ombelico.

Poi ci si siede semplicemente nella postura regolare, senza chinare a sinistra né a destra, senza avvallari in avanti, e senza chinare indietro. La linea orizzontale delle spalle e quella delle orecchie dovrebbero risultare parallele, ed il naso e l'ombelico si dovrebbero contrastare alla verticale.

Tenete la lingua contro la volta del palato, e le labbre e i denti chiusi. Gli occhi vengono mantenuti aperti. Respirate piano piano attraverso il naso e, dopo l'aver sistemato bene la postura, prendete una forte respirazione, una volta sola, et fate oscillare il tronco da destra e da sinistra. Poi state stabili senza muovervi, alla pari ad una montagna, et pensate lo stato senza pensiero; Come pensare lo stato senza pensiero? E' decisamente diverso dal pensiero. Questo è solo il metodo riassunto di Zazen. Di conseguenza, non dovremmo mai pensare che "pensare a non pensare" sia un altro modo di pensare.

(7) La sostanza reale di Zazen

Praticare Zazen non è per niente uno sforzo per diventare bilanciato, mai è soltanto lo stato che ha già realizzato l'equilibrio di corpo e mente nell'Universo. E' soltanto la verità perfettamente realizzata, e la fusione tra pratica ed esperienza. La regola dell'Universo è già stata realizzata, ed ogni ostacolo, ogni restrinzione, non sono mai apparsi. Se abbiamo cominciato a riconoscere quella situazione, siamo come draghi, che diventano vigorosissimi al ottenere acqua, e come tigri, che si proteggono davanti ad una grande montagna. Prima di tutto, la regola dell'Universo è stata realizzata davanti a noi, e l'oscurità malinconica, che procede da un sistema nervoso simpatico troppo forte, e la facilità disinvolta, che procede da un sistema parasimpatico più forte, sono già svanite; dovremmo quindi sperimentare queste situazioni reali direttamente ed esattamente.

(8) Terminare Zazen

Alla fine di Zazen, all'alzarci dopo la seduta, dovremmo alzarci lentamente e pacatamente con movimento del corpo che sia in accordo con la nostra condizione stabile. Mai dovremmo mostrarci frettolosi o violenti.

(9) Effetti di Zazen

Quando badiamo agli effetti reali di Zazen, lo stato, quel che ha trasceso e la gente ordinaria e i santi, appare dalla pratica stessa di Zazen, e gli esempi di morte durante Zazen, o quelli di morte stando in piedi, procedono dall'effetto di praticare Zazen. Per di più, le azioni di maestro Gutei, in Cina, che sempre mostrava il dito per rispondere ad ogni domanda sulla filosofia buddhista, di maestro Ananda che realizzò la verità abbattendo gli alberi da bandiere nell'ordine, quelle di maestro Nagarjuna che buttò un ago nell'acqua per simbolo del diventare monaco, e del bhodhisattva Manjusri che utilizzava uno ciac di legno duro, hanno tutte proceduto dalla pratica di  Zazen. E quando i maestri buddhisti insegnano, possono usare di un scacciamosche, di un pugno, di un bastone, di un grido, che non possono venir capiti tra la capacità mentale a pensare o a operare distinzioni. Potrebbe magari essere la forma dignitosa che trascende le espressioni verbali e la forma esterna. Come potremmo negare che appartengano ai criteri che stanno aldilà della considerazione intellettualle, o delle percezioni sensoriali. Naturalemente, dal vivo di maestro Dôgen, nessuno poteva sapere del sistema nervoso autonomo, ma possiamo pensare che maestro Dôgen ebbe chiaramente osservato che gli effetti Zazen non potevano assolutamente venir messi in relazione con le considerazioni intellettuali o le percezioni sensoriali.

(10) Non c'è relazione alcuna con il fatto di essere astuto o sciocco

Non è quindi necessario disquisire se la gente sia astuta o sciocca, o quale sia preferibile. Se uno pratica Zazen sinceramente, potrebbe essere nient'altro che la ricerca della verità. La pratica e l'esperienza sono sin dall'origine una fusione perfetta dei due, e non sono quindi mai state separate l'una dell'altra, la direzione da prendere è sempre stata una, e sono sempre state bilanciate ed eterne.

(11) Universalità del Buddhismo

In linea di massima, nell'area del nostro vivere, e nelle altre aree del vivere altrui, o in India all'ovest, o in CIna e Giappone all'est, il Buddhisma ha caratteristiche comuni, a noi insegnate dal Buddha Gotama, che raggruppano gli atteggiamenti fondamentali esclusivamente; e siccome pratichiamo sinceramente Zazen, siamo proprio autoregolati in situazioni perfettamente stabili. Perciò, malgrado le numerose differenze tra di noi, in base allo stato bilanciato di Zazen, dobbiamo sforzarci di proseguire la verità. Perché ci dovremmo disfare dal mosto che dovremmo tenerci per la pratica di Zazen, e anzi correre nella confusione? Se facessimo un errore solo al momento presente, questo sarebbe fatto proprio a questo momento. Fortunatamente, abbiamo ricevuto una preziosa vita di essere umano e ci è stata data la possibilità importantissima di praticare Zazen; non dobbiamo quindi perdere tempo in inutili passatempi. Già abbiamo mantenuto la preziosa pratica a noi trasmessa dal Buddha Gotama. Come mai potremmo passare quel prezioso tempo in vani piaceri?

(12) Supplica a tutti i buddhisti del mondo

Per di più, la nostra sostanza fisica è così transitoria di un goccio di rugiada su di una foglia di pianta, e la cangievole condizione della nostra vita umana è molto paragonabile ad un lampo istantaneo. Svaniscono di botto, e vengono persi in un istante. Per ciò supplica di tutto cuore maestro Dôgen a tutti i buddhisti del mondo, "Essendosi abituati alle immagini artificiali di draghi per tanto tempo, di non dubitare del vero drago, cioè Zazen. Vorrei chiedervi di sforzarvi sinceramente a fare Zazen, che è proprio la verità che può venir mostrata da se stessa, proprio così com'è. Abbiate riverenza per la persona che ha trasceso la conoscenza scientifica e dimenticato gli sforzi intenzionali. Identificate, per favore, la vostra verità con LA verità, mantenuta da più maestri tradizionali, e riuscite a ottenere lo stato bilanciato del sistema nervoso autonomo, che tanti patriarchi buddhisti hanno autenticamente riuscito. Se questi sforzi vengono praticati per lungo tempo, possono diventare qualcosa che mai potrà venir descritto a parole. La porta dello stupendo magazzino di gioielli si aprirà e vi sarà possibile utilizzare quei gioielli con perfetta libertà.


Seguito dei commenti


Per ogni informazione su di Nishijima Roshi, e su i suoi libri ed articoli pubblicati da Windbell Publications Ltd, pregasi andare sul nostro sito, a:

http://www.windbell.com
Dogen Sangha


© Windbell Publications 1992
4-505 Kamishakujii 3-19
Nerima-ku, Tokyo 177,GIAPPONE
Tél/Fax: +81 (0)3-3929-4680
http://www.windbell.com


Ingresso   Cultura del Loto   Maestro Gudo   Articoli   Dottrina   Canone Pali   
Sutra Mahayanici
   Umorismo   Storia   Galleria   Contatti   Legami