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(il Coniglio Magno)
Aggiornato al 5 marzo 2007 |
Nell'assieme, si potrebbe dire che tutto ciò che c'è da scrivere su di zazen si trova inevitabilmente nel Fukan-Zazen-Gi di maestro Dôgen, e che quel che non è necessario scrivere non si trova da nessuna parte. Il che travolge inevitabilmente che ciò che vi è scritto ha sempre un valore importante, e dunque, vorrei rivedere tutte le frasi a secondo la mia interpretazione.
(1) Affermazione del mondo reale
In linea di massima, una persona che crede in una filosofia idealista ha tendenza a pensare che ciò che pensa nel suo cervello costituisce i massimi criteri del mondo. Ne trae quindi la conclusione che il mondo reale, così diverso dal loro ideale, rimane sempre imperfetto e quindi insoddisfacente.
Ma allo stesso tempo, c'è gente che crede in una filosofia materialista, e per chi è chiarissimo che questo mondo è costituito solo di materia. Per questa gente, questo mondo strettamente materiale nè per niente soddisfacente, ma rimane l'unico in cui possiamo vivere. Pensa dunque che se lo vogliamo migliorare, lo dobbiamo distruggere.
Nel Buddhismo, pero, questo mondo in cui viviamo è l'unico ch'esista, e ci è quindi necessario affermare la situazione reale del mondo, e inevitabile che ci viviamo dentro e tentiamo di migliorarlo quanto possibile. Maestro Dôgen proclama che, grosso modo, gli esseri umani vivono solitamente in una situazione adeguata, e che potrà quindi sembrargli inutile andarsene in questua della verità, tramite pratiche e esperienze.
(2) Situazione reale della vita umana
Eppure, quando nei fatti esaminiamo la vita reale degli esseri umani, possiamo osservare che è ben lungi dall'essere adeguata ed agiata. Ad esempio, quando nel nostro quotidiano ci si pone un piccino problema, sovente prende esso una considerevole importanza, fino al punto di diventare difficillimo da sistemare. La mente avvisata associata ad un'eccellente abilità intuitiva, possiamo dare l'impressione di acquisire una grande comprensione dei nostri problemi specifici. Tale apparente intendimento da luogo ad una fortissima fiducia nelle nostre capacità mentali, così forte da renderci impossibile l'entrare nel dominio dell'atto reale, quello che sta aldilà, spoglia della nostra funzione mentale.
(3) Reale eccellenza dei maestri antichi
Quando vengono considerati gli eccellenti maestri del passato, osserviamo che il Buddha Gotama praticò zazen al Jetanava Anathapindikarama per sei anni, e che il Gran Maestro Bodhidharma del tempio di Shaolin lo praticò per nove anni. E questi eccellenti maestri avendo praticato enormemente, è dunque inevitabile che noi faccessimo lo stesso.
(4) Natura reale di zazen
Il contenuto reale della
pratica di zazen
non è la ricerca di parole, né il proseguire il
senso
delle frasi. E' di orientare la luce verso l'interno di noi stessi per
riflettere.
Allora la nostra coscienza di corpo e mente svanisce naturalmente, e i
nostri occhi e facce originali si manifestano fattualmente. Di
conseguenza, se vogliamo sperimentare una realità tale, che
mai
può venir descritta a parole, ci è necessario
realizzarla
tramite l'atto di zazen.
(5) Circostanze di Zazen
All'origine, meglio vale per noi utilizzare una stanza tranquilla, e
bere e mangiare moderatamente. Buttando via ogni circostanza, e
smettendo l'assieme dei nostri compiti per un attimo, mai dovremmo
avere considerazione alcuna del bene e del male, né un
interesse
qualsiasi nel vero ed il falso. Fermando le funzioni della mente, della
volontà e della coscienza, e fermando le considerazione per
immagine, riflessione ed intuizione, e così via, non
dovremmo
mai voler diventare buddha. La
situazione di Zazen è completamente differente dal sedere e
del
coricarci nella vita quotidiana.
(6) Metodi concreti di Zazen
Di solito si stende una stuoia spessa al posto per sedere. All'epoca di
maestro Dôgen, persino nelle case giapponesi, non si usavano
neanche tanto le stuoie. Così, per praticare Zazen,
avevano
bisogno delle stuoie sui pavimenti di tavole di legno. E sopra di esso,
usavano di un cuscino tondo speciale, chiamato Zafu.
In Zazen, a volte si fa uso della postura piena del loto, e a volte,
della postura di mezzo-loto. Nel primo caso, si pone dapprima il piede
destro sulla coscia sinistra, e poi il piede sinistro sulla coscia
destra. Nel secondo caso, si spinge la coscia destra col piede
sinistro. E se, in questo caso, si parla di "spingere," tale
descrizione potrebbe suggerire un piegare meno stretto delle gambe.
C'è pure un problema rispetto a sapere se è
ammissibile
di cambiare gamba tra la destra e la sinistra. Maestro
Kôdô
Sawaki spiegò chiaramente che "Maestro Dôgen ci ha
soltanto dato un esempio solo," e possiamo quindi interpretare che
è ammissibile di cambiare gamba tra destra e sinistra
durante
Zazen, a seconda i bisogni.
Si coprono (le mani ed i piedi)
con i vestiti, e si arrangia questi correttamente. Poi, ponete la mano
destra sul piede sinistro, e la mano
sinistra sopra la mano destra. Quando i piedi stanno in opposizione, la
posizione delle mani deve anch'essa essere in opposizione. Si fanno
toccare le estremità dei
pollici, e vengono posti all'altezza dell'ombelico.
Poi ci si siede semplicemente nella postura regolare, senza chinare a
sinistra né a destra, senza avvallari in avanti, e senza
chinare
indietro. La linea orizzontale delle spalle e quella delle
orecchie dovrebbero risultare parallele, ed il naso e l'ombelico si
dovrebbero contrastare alla verticale.
Tenete la lingua contro la volta del palato, e le labbre e i denti
chiusi. Gli occhi vengono mantenuti aperti. Respirate piano piano
attraverso il naso e, dopo l'aver sistemato bene la postura, prendete
una forte respirazione, una volta sola, et fate oscillare il tronco da
destra e da sinistra. Poi state stabili senza muovervi, alla pari ad
una montagna, et pensate lo stato senza pensiero; Come pensare lo stato
senza pensiero? E' decisamente diverso dal pensiero. Questo
è
solo il metodo riassunto di Zazen. Di conseguenza, non dovremmo mai
pensare che "pensare a non pensare" sia un altro modo di pensare.
(7) La sostanza
reale di Zazen
Praticare Zazen non è per niente uno sforzo per diventare
bilanciato, mai è soltanto lo stato che ha già
realizzato
l'equilibrio di corpo e mente nell'Universo. E' soltanto la
verità perfettamente realizzata, e la fusione tra pratica ed
esperienza. La regola dell'Universo è già stata
realizzata, ed ogni ostacolo, ogni restrinzione, non sono mai apparsi.
Se abbiamo cominciato a riconoscere quella situazione, siamo come
draghi, che diventano vigorosissimi al ottenere acqua, e come tigri,
che si proteggono davanti ad una grande montagna. Prima di tutto, la
regola dell'Universo è stata realizzata davanti a noi, e
l'oscurità malinconica, che procede da un sistema nervoso
simpatico troppo forte, e la facilità disinvolta, che
procede da
un sistema parasimpatico più forte, sono già
svanite;
dovremmo quindi sperimentare queste situazioni reali direttamente ed
esattamente.
(8) Terminare Zazen
Alla fine di Zazen, all'alzarci dopo la seduta, dovremmo alzarci
lentamente e pacatamente con movimento del corpo che sia in accordo con
la nostra condizione stabile. Mai dovremmo mostrarci frettolosi o
violenti.
(9) Effetti di Zazen
Quando badiamo agli effetti reali di Zazen, lo stato, quel che
ha
trasceso e la gente ordinaria e i santi, appare dalla pratica stessa di
Zazen, e gli esempi di morte durante Zazen, o quelli di morte stando in
piedi, procedono dall'effetto di praticare Zazen. Per di
più, le azioni di maestro
Gutei, in Cina, che sempre mostrava il dito per rispondere ad ogni
domanda sulla filosofia buddhista, di maestro Ananda che
realizzò la verità abbattendo gli alberi da
bandiere
nell'ordine, quelle di maestro Nagarjuna che buttò un ago
nell'acqua per simbolo del diventare monaco, e del bhodhisattva
Manjusri che utilizzava uno ciac di legno duro, hanno tutte proceduto
dalla pratica di Zazen. E quando i maestri buddhisti
insegnano,
possono usare di un scacciamosche, di un pugno, di un bastone, di un
grido, che non possono venir capiti tra la capacità mentale
a
pensare o a operare distinzioni. Potrebbe magari essere la forma
dignitosa che trascende le espressioni verbali e la forma esterna. Come
potremmo negare che appartengano ai criteri che stanno
aldilà
della considerazione intellettualle, o delle percezioni sensoriali.
Naturalemente, dal vivo di maestro Dôgen, nessuno poteva
sapere
del sistema nervoso autonomo, ma possiamo pensare che maestro
Dôgen ebbe chiaramente osservato che gli effetti Zazen
non potevano assolutamente venir messi in relazione con le
considerazioni intellettuali o le percezioni sensoriali.
(10) Non c'è
relazione alcuna con il fatto di essere astuto o sciocco
Non è quindi necessario disquisire se la gente sia astuta o
sciocca, o quale sia preferibile. Se uno pratica Zazen sinceramente,
potrebbe essere nient'altro che la ricerca della verità. La
pratica e l'esperienza sono sin dall'origine una fusione perfetta dei
due, e non sono quindi mai state separate l'una dell'altra, la
direzione da prendere è sempre stata una, e sono sempre
state
bilanciate ed eterne.
(11)
Universalità del Buddhismo
In linea di massima, nell'area del nostro vivere, e nelle altre aree
del vivere altrui, o in India all'ovest, o in CIna e Giappone all'est,
il Buddhisma ha caratteristiche comuni, a noi insegnate dal Buddha
Gotama, che raggruppano gli atteggiamenti fondamentali esclusivamente;
e siccome pratichiamo sinceramente Zazen, siamo proprio autoregolati in
situazioni perfettamente stabili. Perciò, malgrado le
numerose
differenze tra di noi, in base allo stato bilanciato di Zazen, dobbiamo
sforzarci di proseguire la verità. Perché ci
dovremmo
disfare dal mosto che dovremmo tenerci per la pratica di Zazen, e anzi
correre nella confusione? Se facessimo un errore solo al momento
presente, questo sarebbe fatto proprio a questo momento.
Fortunatamente, abbiamo ricevuto una preziosa vita di essere umano e ci
è stata data la possibilità importantissima di
praticare
Zazen; non dobbiamo quindi perdere tempo in inutili passatempi.
Già abbiamo mantenuto la preziosa pratica a noi trasmessa
dal
Buddha Gotama. Come mai potremmo passare quel prezioso tempo in vani
piaceri?
(12) Supplica a tutti i buddhisti del mondo
Per di più, la nostra sostanza fisica è
così
transitoria di un goccio di rugiada su di una foglia di pianta, e la
cangievole condizione della nostra vita umana è molto
paragonabile ad un lampo istantaneo. Svaniscono di botto, e vengono
persi in un istante. Per ciò supplica di tutto cuore maestro
Dôgen a tutti i buddhisti del mondo, "Essendosi abituati alle
immagini artificiali di draghi per tanto tempo, di non
dubitare
del vero drago, cioè Zazen. Vorrei chiedervi di sforzarvi
sinceramente a fare Zazen, che è proprio la
verità che
può venir mostrata da se stessa, proprio così
com'è. Abbiate riverenza per la persona che ha trasceso la
conoscenza scientifica e dimenticato gli sforzi intenzionali.
Identificate, per favore, la vostra verità con LA
verità,
mantenuta da più maestri tradizionali, e riuscite a ottenere
lo
stato bilanciato del sistema nervoso autonomo, che tanti patriarchi
buddhisti hanno autenticamente riuscito. Se questi sforzi vengono
praticati per lungo tempo, possono diventare qualcosa che mai
potrà venir descritto a parole. La porta dello stupendo
magazzino di gioielli si aprirà e vi sarà
possibile
utilizzare quei gioielli con perfetta libertà.
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