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© Nanabozho (il Coniglio Magno)

Aggiornamento di questa versione italiana : 1 ottobre 2002

English original version

Version française

SVEGLIARSI DAL SOGNO DEI MEMES

di SUSAN BLACKMORE

Department of Psychology,
University of the West of England,
Bristol BS16 2JP

Conferenza data in occasione di The Psychology of Awakening:
International Conference on Buddhism, Science and Psychotherapy Dartington 7-10 Novembre 1996

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Replicazione: la teoria dei Meme.

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--Svegliati! Svegliati!

--Aaaaa, ummmm, grrrrggr, Sissi', sono svegli adesso. Macche' strano sogno.

Credevo davvero di dover scappare dal lavandino ed era tremendamente importante di farcela in tempo sino all'armadio. Che fesseria! Naturalmente, adesso vedo che non era vero per niente.

--Svegliati! Svegliati!

--Cosa vo'ddi, "svegliati", sono gia desto. Questo e' reale. Questo importa. Non posso svegliarmi un'altra volta. Evva via!

--Svegliati! Svegliati!

--Ma non capisco - Da che? E come?

 

Queste sono le domande che intendo trattare oggi. Da che dobbiamo svegliarci? E come? Le mie risposte saranno "Dal Sogno di Meme" e "Tramite il vedere che si tratta di un sogno di Meme". Ma ci vorra probabilmente un po' di tempo a spiegarlo!

C'e' una lunga storia, nelle tradizioni spirituali e religiosi, dell'idea che la vita desta normale e' un sogno o un' illusione Questo non fa nessun senso per chi si guarda intorno ed e' convinto che c'e' un mondo reale li' fuori, e un ego che lo percepisce. Eppure, ci sono molti indizi che questa concezione ordinaria e' falsa. Certi indizi provengono da sperimenti mistici spontanei nei quali la gente "vede la luce!", si rende conto che tutto e' uno, e vanno "aldila' del ego" per vedere il mondo "come e' davvero". Sono certi che il loro nuovo modo di vedere vale meglio ed e' piu' vero dal vecchio (benche' potrebbero naturalmente sbagliare!). Altri indizi provengono dalla prattica spirituale. E' probabile che la prima cosa che qualcuno possa scoprire quando incommincia a meditare, o cerca di mantenere la concentrazione, e' che la loro mente e' costantemente piena di pensieri. Di solito non sono quei pensieri ne saggi ne maravigliosi, e neanche utili o produttivi, ma soltanto chiacchere incessanti. Dal più meschino all'emozionalmente impegolato, continuano senza tregua. E di piu', implicano quasi tutti "io". Non ci vuole molto per chiedersi chi e' questo "io" sofferente, e perche "io" non ce la fa a fermare i pensieri.

Finalmente, gli indizi provengono dalla scienza. La conclusione la piu'ovvia (e la piu' spaventosa) della neuroscienza moderna e' che non c'e nessuno all'interno del cervello (nota di michel proulx: e' la vecchia teoria dell'omuncolo, o Homunculus) Piu' impariamo a proposito del modo in cui funziona il cervello, meno sembra necessitare un controllore centrale, una piccola persona all'interno, un decidatore delle decisioni o uno sperimentatore degli sperimenti. Questi sono soltanto finzioni - parte della storia che racconta se stesso il cervello di un "io" all'interno (Churchland e Sejnowski, 1992; Dennett, 1991).

C'e' chi dice che non serve nulla cercare una comprensione intellettuale di fatti spirituali. Non sono d'accordo.

E vero che la comprensione intellettuale non e' uguale con la realizzazione, ma questo non significa che non serve a niente. Nella mia tradizione della prattica, lo Zen, vi e' molto spazio per la lotta intellettuale; per esempio, nella coltivazione del Koan della "Mente che non sa", o nel lavorare con i Koan. Si puo' portare una domanda sino ad un tale livello di confusione intellettuale che puo' finalmente essere tenuta, valutata, nella sua intera complessita' e semplicita'. Come "Chi sono io?", Cos'e' questo?" o (uno questo con lo quale mi sono dibattuta> "Cosa ti spinge?"

C'e' pure un pericolo terribile nel rifiutarsi di essere intellettuali con i soggetti spirituali. Cioe', possiamo divorziare la nostra prattica spirituale dalla scienza cui dipende l'intera nostra societa'. Se deve questa societa' giungere ad una profondita' qualsiasi, questa deve coincidere strettamente colla nostra crescente comprensione dei meccanismi del cervello e della natura della mente. Non possiamo permetterci di avere un mondo specifico in cui i scienziati capiscono la mente, ed un altro in cui gente specifica realizza il Risveglio.

Non faccio dunque alcuna scusa per il mio procedimento. Cerchero' di rispondere alle mie domande usando la scienza migliore ch'io possa trovare. Ci pare di vivere in un imbroglio che crediamo importa ad un ego che non esiste. Voglio trovare perche'.

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La pericolosa idea di Darwin

C'e' un'idea scientifica specifica che, a mio parere, supera tutte le altre. E squisitamente semplice e bella. Spiega le origini di tutte le forme di vita e tutti i disegni biologici. Sgombera il bisogno d'Iddio, di un disegnatore, di un piano maestro o di un proposito per la vita. E' solo nella luce di quest'idea che la biologia e' del tutto sensata. E' naturalmente l'idea darwiniana dell'evoluzione tramite la selezione naturale. Le implicazioni della selezione naturale sono talmente profonde che la gente n'e stata impressionata o infuriata, affascinati od oltraggiati, visto che fu proposta per la prima volta in The Origin of Species nel 1859. Ecco la raggione per cui Dennett (1995) la chiama Darwin's Dangerous Idea (La pericolosa idea di Darwin). Purtroppo, troppa gente hanno capito l'idea male, e, peggio ancora, l'hanno utilizzato per diffendere dottrine politiche indefendibili che non hanno niente a che vedere con il Darwinismo. Quindi, spero che mi perdonerete se prendo qualche tempo per spiegarlo piu' chiaramente che posso.

Tutto cio che ci vuole per avviare la selezione naturale e' un replicatore in un ambiente idoneo. Un replicatore e' qualcosa che si copia se stesso, benche non sempre perfettamente. L'ambiente deve esserne uno in cui il replicatore puo' creare copie numerose di se stesso, non tutte potendo sopravvivere. Ecco.

Sara davvero cosi' semplice? Si'. Tutto cio che succede e' questo. In ogni generazione copiata, non tutte le copie sono identiche e talune sono migliori delle altre a sopravvivere in quell'ambiente. Sussequentemente, fanno piu' copie di se stesse e quindi questo tipo di copia diventa piu' numeroso. Naturalmente comminciano ad essere piu' complicate le cose, a questo punto. La popolazione di copie in rapida espansione comincia a cambiare l'ambiente e questo cambia le pressioni selettive. Variazioni locali nell'ambiente significano che tipi diversi di copie andranno bene in diversi posti ecosi' sorge piu' complessita'. Cosi' produce il processo tutti i tipi di complessita' organizzata che vediamo nel mondo vivente - eppure gli serve solo questo semplice, elegante, bellissimo ed ovvio processo: la selezione naturale.

Per fare le cose piu' concrete, immaginiamo una zuppa primevale nella quale e' sorso un semplice replicatore chimico. Chiameremo i replicatori "Blobbies". Questi blobbies, per virtu' della loro costituzione chimica, fanno copie di se stessi ogni volta che trovano i prodotti chimici adatti. Adesso, mettiamogli in un pantano chimicamente ricco e cominciano a copiarsi, benche cogli errori occasionali. Qualche millione di anni passa e ci sono parecchie sorti di blobbies. Quelli che hanno bisogno di un sacco di pantanon hanno usato tutte le riserve e stanno fallendo, cosiche', adesso, la specie che puo' utilizzare l'isopantanina, invece, sta facendo meglio. Presto ci sono parecchie zone in cui prodotti chemici diversi predominano e diversi tipi di blobbies compaiono. La competizione per i prodotti chimici del pantano diventa feroce e la maggioranza delle copie muore. Solo quelle che, per rara fortuna, si rivelano avere furbe nuove proprieta' vanno avanti a copiarsi ancora. Queste proprieta' furbe possono includere la capacita' a muoversi e trovare il pantanon, ad intrappolare l'isopantanina3-7 e ad attacarvisi, o a costruire una membrana attorno di loro. Una volta comparsi i blobbies con membrana, comincieranno a vincere sopra i galeggianti e sono fatti super-blobbies. Qualche altri millioni di anni passano e si scoprono astuzie come prendere altri blobbies con se all'interno della membrana, o

Ancora qualche millioni di anni passano e si scoprono astuzie come prendere altri blobbies all'interno della membrana, o giungere parecchi super-blobbies assieme. Hyper-super-blobbies appaiano, come animali pluri-cellulari con fornimenti energetici e pezzi specializzati per muoversi e proteggersi. Tuttavia, questi sono soltanto cibo per hyper-super-blobbies ancora piu' grossi. basta un po' di tempo prima che le variazioni aleatorie e la selezione naturale creera' un vasto mondo vivente. Nel corso del processo, miliardi di miliardi di bloobies falliti saranno stati creati e spariti, ma e' un processo così lento e cieco che produce i "beni". I "beni" sul nostro pianeta comprendono batterie e piante, pesci e rane, ornitorinchi e noi.

Le forme escono fuori dal nulla. Non c'e' bisogno di un creatore o di un piano regolatore, e nessun punto finale verso lo quale la creazione sembra dirigersi. Richard Dawkins (1996) lo chiama "Climbing Mount Improbable" ("Arrampicata al Monte Improbabile"). Si tratta soltanto di un semplice ma inesorabile processo che produce cose incredibilmente improbabili.

E' importante ricordarsi che l'evoluzione non ha nessuna visione a lungo termine e cosi' non produce necessariamente la soluzione "migliore". L'evoluzione puo' soltanto andare avanti da quel punto li' dove sta adesso. E' quella la ragione, tra altri, il disegno del occhio nostro e' talmente goffo, con tutti i neuroni partendo dal davanti della retina e impicciandosi nella via della luce. Una volta che l'evoluzione s'e' avviata su questo tipo di occhio, e' riamsta con esso. Non c'era un creatore in giro per dire 'Au! rifatemi questo, mettiamogli i fili didietro!". Non c'era neanche un creatore in giro per dire "Au! Facciamola divertente per gli umani". I geni se ne fregano.

Capendo i fantastici processi della selezione naturale possiamo vedere come i nostri umani corpi sono arrivati ad essere quel che sono. Ma com'e' stato colle nostre menti? La psicologia evoluzionista non risponde con facilita' a queste domande. Per esempio, perche' stiamo pensando in permanenza? Da un punto di vista genetico, questo sembra uno straordinario spreco - ed animali che sprecono energia non sopravivono. Il cervello utilizza qualche 20% dell'energia del corpo, mentre ne pesa che il 2%. Se fossimo pensando pensieri utili, o risolvendo problemi pertinenti, si capirebbe, ma per lo piu' non lo sembra. Allora, perche' non possiamo solo sederci e non pensare?

Perche' crediamo in un "Io" che non esiste? Qualcuno potrebbe ancora spiegare questo in termini evoluzionarii, ma, perlomeno al livello superficiale, non ha comunque alcun senso. Perche' costruirsi una falsa idea di un ego, con tutti i meccanismi di protezione per l'amor proprio e la sua paura del fallimento e della perdita, quando, dal punto di vista biologico, e' il corpo che ha bisogno di protezione. Nota bene che se pensassimo di noi stessi come un organismo intero, non ci sarebbe problema, ma questo non lo famo - pare invece preferiamo credere in un ego separato; qualcosa che sta in carica del corpo, qualcosa che deve esser protetto in se e per se. Mi auguro che domandassi "Cosa preferisci perdere - il corpo o l'anima?" non sareste lunghi a scegliere.

Come altri scienziati, mi starebbe molto bene trovare un principio altrettanto semplice, bello ed elegante quanto la selezione naturale, che spiegherebbe la natura della mente.

Penso che ci sia uno. E apparentato da molto vicino alla selezione naturale. Benche' stia in giro da qualche vent'anni, non e' stata ancora messa in uso in modo completo. E' la teoria dei Memes.

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Una breve storia del Meme dei Meme

Nel 1976 Richard Dawkins scrisse quelche fu probabilmente il libro Piu' popolare mai pubblicato sull'evoluzione -- The Selfish Gene (il Gene egoista). Il libro dava un nome vistoso alla teoria che l'evoluzione procede interament per il bisogno di replicanti egoisti. Cioe', l'evoluzione capita non per il bene della specie, non per il bene del gruppo, neanche per quello di un organismo individuale. Accade soltanto per il bene dei geni. Geni che sono fortunati si spargono e quelli che non lo sono non lo fanno. Il resto e' conseguenza di questo fatto.

Naturalemente, considerava il gene come replicante principale -- unita' di informazione codata nel ADN ed affissa nella sintesi proteica. Tuttavia, alla tutta fine del suo libro, affermava che c'e' un' altro replicante sul pianeta: il Meme.

Il meme e' un' unita' informativa (o istruzione di comportamento) riparata nel cervello e passata per imitazione d'un cervello all'altro. Dawkins dava per esempii: idee, arie, teorie scientifiche, credenze religiose, mode nel vestire, ed abilita', tipo nuovi modi di fare vasi o di costruire archi.

Le implicazioni dell'idea sono stravolgenti e Dawkins ne ha formulate talune. Se i memes sono davvero replicanti, allora si comporteranno, inevitabilmente, in modo egoistico. Cioe' quelli che sono buoni per spandersi lo faranno e quelli che non lo sono non lo faranno. In conseguenza, il mondo delle idee -- o memosfera-- non si riempie colle idee migliori, veritiere, piu' cariche di speranza o utili. No, si riempie con i superstiti. Memes sono superstiti, come lo sono i geni.

Nel processo di sopravvivere, creeranno, proprio come i geni, gruppi mutui e soccorsivi di memes.

Ricordatevi i blobbies. in pochi millioni di anni hanno cominciato a mettersi assieme in gruppi, perche' quelli in gruppi sopravvivono meglio dei solitari. I gruppi sono diventati sempre piu' grossi e migliori, e un ecosistema complesso n'e' sorto. Nel mondo reale della biologia, geni si sono ragruppati assieme per creare enti enormi che si accoppiano e passano i gruppi in giro. In un modo simile, i memes si possono ragruppare assieme nei cervelli umani e riempire il mondo delle idee con i loro prodotti.

Se e' giusta questa concezione, allora dovrebbero i memes poter evolvere in un modo piuttosto indipendente dei geni (coll'eccezione del bisogno di un cervello). Ci sono stati parecchi tentativi per studiare l'evouzione culturale, ma la maggioranza tratta le idee (o i memes) in modo implicito come fossero subordinate ai geni (vedi per es. Cavalli-Sforza e Feldman, 1981; Crook, 1995; Durham,1991; Lumsden e Wilson, 1981). La potenza nel rendersi conto che i memes sono replicanti proviene dal fatto che possono essere visti come funzionando puramente e semplicemente nel loro proprio interesse. Naturalemente, sino un certo punto, i memes avranno fortuna se sono utili per gli ospiti loro, ma questo non e' l'unico modo che abbia un meme per sopravvivere -- e vedremo presto qualche conseguenze di questo.

Da quando ha per primo sugerito l'idea dei Memes, Dawkins ha discusso l'espansione di comportamenti tali il portare un beretto da baseball al rovescio (i miei figli hanno di recente rigirato i loro colla visiera davanti!), l'uso di vestiti di marchio per identificare le bande, e (piu' famosamente) il potere delle religioni. Queste sono, a secondo Dawkins (1993) enormi complessi co-adattati di Memes; cioe' gruppi di Memes qui vanno in giro assieme per il supporto mutuo ed in conseguenza sopravvivono meglio di quello che farebbe un Meme solitario. Altri complessi di Memes comprendono sette, sistemi politici, sistemi alternativi di credenze e teorie e paradigmi scientifici.

Le religioni sono speciali perche' usano quasi ogni trucco di Meme del manuale (questa e presumibilmente la raggione per cui durano cosi' a lungo ed infettano tanti cervelli). Pensatela cosi': l'idea dell'inferno all'origine e' utile perche' la paura dell'inferno rinforza i comportamenti socialmente preferibili. Ora, aggiungiamo l'idea che gl'incredenti vanno in inferno, ed il Meme e i suoi compagni se ne stanno al riparo. L'idea di Dio e' un compagno da Meme naturale, appagando la paura e fornendo un (finto) conforto. La distesa di un complesso di Meme e' sostenuta dalle esortazioni a convertire gli altri e da trucchi come il sacerdozio celibe. Il celibato e' un disastro per i geni, ma aiutera' ad espandere i Memes visto che un prete celibe ha tanto piu' tempo per promuovere la sua fede.

Un altro trucco e' di valutare la fede e sopprimere i dubbi che portano ogni bambino a fare domande difficili come "Dov'e' l'inferno?" e "Se Iddio e' cosi' buono, perche' e' stata torturata questa gente?". Notate che la scienza (e certe forme di Buddhismo) fanno l'opposto ed encoraggiano il dubbio.

Finalemente, una volta infettati con questi complessi di Memes, sono difficilissimi da liberarsene. Se provate a buttargli via, certi, tipo spalle al muro, riescono sino a usare minacce di morte, di excommunicazione, o di bruciare per l'eternita' nelle fiamme dell'inferno.

Non dovrei lasciarmi trascinare. Il punto che voglio far valere e' che questi Meme religiosi non hanno sopravvissuto per secoli perche' sono veri, utili per i geni, o perche' ci fanno felici. Anzi, credo che sono falsi e responsibili per le peggiori miserie della storia dell'Umanita'. No- hanno sopravvissuto perche sono Memes egoistici e che sono bravi al sopravvivere - non hanno bisogno di nessun'altra raggione.

Una volta che si inizia a pensarla cosi', una prospettiva davvero sconvolgente si apre davanti a noi. Ci siamo tutti abituati al pensare che i nostri corpi sono degli organismi biologici creati dall'evoluzione. Eppure stiamo tuttora a pensare che i nostri "IO" sono qualcosa di piu'. Siamo incaricati dei nostri corpi, comandiamo noi, decidiamo noi quali idee dobbiamo credere e quali rigettare. Ma lo famo davvero? Si iniziate a riflettere sui Meme egoistici, diventa presto chiaro che le nostre idee sono nelle nostre teste perche' sono Meme di successo. Il filosofo americano Dan Dennett (1995) conclude che una "persona" e' una specie particolare di animale infestato di Meme. In altre parole, voi, io e tutti gli amici nostri sono il prodotto di due ciechi replicanti: i geni ed i Memes.

Trovo queste idee assolutamente stupefacenti. Potenzialmente, potremmo essere capaci di capire ogni vita mentale in termini della competizione tra Memes, proprio come capiamo ogni vita biologica in termini della competizione tra geni.

Quel che vorrei fare, in fin dei conti, e' applicare le idee Memetiche alle domande che ho fatte all'inizio. Cos'e' da che ci svegliamo, e come farlo?

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Perche' e' la mia testa cosi' piena di pensieri?

Si risponde a questa domanda con una facilita' ridicola, una volta che s'inizia a pensare in termini di Memes. Se un Meme deve sopravvivere, bisogna essere sicuramente al riparo in un cervello umano e passato accuratamente ad altri cervelli. Un Meme che s'interra profondamente nella memoria e non si fa mai piu' vedere semplicemente svanisce. Un Meme che diventa terribilmente distorto nella memoria o nella trasmissione svanisce pure. Un modo semplice di assicurarsi la sopravvivenza per un Meme e' di farsi ripetere continuamente nella vostra testa.

Prendete due arie. Una complicata e difficile da cantare, e peggio mai in silenzio per se stessi. L'altra e' un piccolo pezzo allettante che manco ce la fate a non cantarellarlo. Cosi' lo fate. Va e riviene, finche' la prossima volta che vi la sentite di cantare ad alta voce, sara' quest'aria la piu' suscettibile di venire a galla. Cosi' viene il successo, ed e' percio' che il mondo e' riempito di orrende arie allettanti e di jingles di publicita'.

Ma ci sono altre conseguenze. I nostri cervelli se ne riempono pure. Questi Meme vincenti saltano di una persona all'altra, riempiendo i cervelli degli loro ospiti col passare. E' cosi' che le nostre menti vengono sempre piu' piene.

Possiamo applicare la medesima logica alle altre specie di Meme. Le idee che girano e rigirano nella nostra testa avranno esito. Non solo verranno ricordate bene, ma la prossima volta che siete parlando con qualcun'altro, saranno quelle che avrete "in testa" e quindi verranno passate in giro. Possono venire a questa posizione col essere emozionalmente cariche, eccitanti, facilmente memorizzabili, o pertinenti per le vostre attuali preoccupazioni. Poco importa il come lo fanno. Fatto sta che i Meme che succedono a farsi ripetere sono quelli che generalmente hanno la meglio su quelli che non ce la fanno. La conseguenza ovvia di questo e' che le nostre teste vengono presto riempite di idee. Ogni tentativo di sgomberare la mente solo crea posto per altri Meme.

Questa semplice logica spiega perche' e' cosi' difficile per noi di sederci e "non pensare", e perche' la battaglia per domare i "nostri" pensieri e' perduta in partenza. In un senso molto reale, non sono affatto i "nostri" pensieri. Sono soltanto i Meme che riescono ad sfruttare le nostre onde cerebrali del momento.

Questo solleva la delicata domanda di chi sta pensando o non pensando. Chi e' che combatte con i Meme egoisti? In altre parole, chi sono io?

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Chi sono io?

Mi auguro che adesso potete indovinare cos'e' la mia risposta a questa. Noi siamo soltanto complessi di Mêmes co-adattati. Noi, i nostri peziosi, mitici "eghi", siamo soltanto gruppi di Mêmes egoisti che si sono radunati assieme per e pro loro stessi.

L'idea e' proprio stravolgente e, nella mia esperienza, meglio la si capisce, e piu' affascinante e strana diventa. Smantella il modo nostro ordinario di pensarci e solleva domande bizzarre a proposito della nostra relazione colle nostre idee. Per capirla, bisogna riflettere sul come ed il perche' i Memes si radunano in gruppi, per primo. proprio come i blobbies o i geni, Meme in gruppi stanno piu' al riparo quanto i Memes solitari. Un' idea che sta saldamente inestata in un complesso di Meme e' piu' soscettibile di sopravvivere nella memosfera quanto un idea isolata. Questo puo' darsi perche' le idee che compogono un gruppo di Memes sono passate assieme (per es. quando qualcuno si converte ad una fede, una teoria o una tendenza politica), ottengono soccorso mutuo (per es., se odii il liberalismo selvatico, sei soscettibile di favorire uno stato sociale generoso), e si proteggono dalla destruzione. Se non lo facessero, non durerebbero e non starebbero qua, oggi. I complessi di Memes che incontriamo sono tutti quelli che hanno avuto successo!

Quanto le religioni, l'astrologia e' un complesso di Memes da successo. L'idea che Leoni vanno bene con gli Acquarii a poche probabilita' di riuscire da sola, ma in quanto parte dell'astrologia, e' facile da ricordarsi e da tramandare. L'astrologia ha un fascino ovvio che la mette nella nostra mente in partenza; fornisce una carina (ma fasulla) spiegazione per le differenze umane e un senso confortante (benche' falso) della predittibilita'. Si espande con facilita' (si puo' andare avanti all'infinito aggiungendo nuove idee!) ed ha una resistenza elevata alle prove che gli sono contrarie. Difatti, i risultati di centinaie di sperimenti dimostrano che le pretese dell'astrologia sono fasulle, ma questo apparentemente non ha ridotto d'un iota la credenza nell'astrologia (Dean, Mather and Kelly, 1996). E' chiaro che, una volta che si crede nell'astrologia, e' difficilissimo di sradicare tutte le credenze e trovare alternativi. Forse non vale la pena. Cosi' diventiamo ospiti inconsapevoli di un'enorme bagaglio d'inutili ed anche dannosi complessi di Memes.

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Uno di questi sono io.

Perche' lo dico che l'ego e' un complesso di Meme? Perche' funziona nello stesso modo che gli altri complessi di Meme. Come per l'astrologia, l'idea di un ego ha una buona raggione per insedarsi in partenza. Poi, una volta al loro posto, i Meme all'interno del complesso si sopportano mutualmente, gli si puo' aggiungere quasi all'infinito, ed il complesso intero e' resistente ad ogni prova ch'e' falso.

Prima di tutto, l'idea di un ego deve arrivare li'. Imaginatevi una creatura sociale di grande intelligenza ma senza il linguaggio. Questa creatura avra' bisogno di un senso dell'ego per poter predire il comportamento degli altri (Humphrey, 1986) e per trattare la proprieta', l'inganno, le amicizie e le alleanze (Crook, 1980). Con questo semplice ego, puo' sapere che la sua figlia ha paura di una femmina di alto rango e puo' prendere provvedimenti per proteggerla, ma non ha il linguaggio con cui puo' pensare "Credo che la mia figlia ha paura etc.". E' con il linguaggio che i Meme vanno davvero avanti - e con il linguaggio che compare l' "ego". Un sacco di Meme semplici possono allora unirsi in tanto delle "mie" credenze ed opinioni, i "miei" desideri.

Per esempio, consideriamo l'idea della diversita' dei sessi nell'abilita'. Come idea astratta (o Meme isolato) questa a poche chance di vincere. ma mettiamola sotto la forma del "Io credo nell'uguaglianza dei sessi" e prende di botto il peso enorme dell'ego dietro di essa. "Io" combattero per quell'idea come fossi minacciato. Potro' argumentare con gli amici, scrivere brani di opinione, o partecipare a proteste. Il Meme sta al riparo nell'porto dell'"ego" anche di fronte alle prove a lui contrarie. Le "mie" idee sono protette. Allora cominciano a proliferare. Idee che possono entrare in un ego - cioe' diventare "le mie" idee, o "le mie" opinioni, vincono. Cosi' ne abbiamo tutti un sacco. Prima che lo sapessimo, "noi" siamo un vasto conglomerato di Meme vincenti. Naturalemente, non c'e' un "io" che "ha" le opinioni. Questo e' ovviamente un non-senso se ci pensate chiaramente. Si, certo che c'e' un corpo che dice "io" credo nel essere gentile colla gente" ed un corpo che e' (on non e') gentile colla gente, ma non c'e', in premio, un ego che "ha" le credenze.

Abbiamo adesso un'idea radicalemente nuova di chi siamo. Siamo soltanto conglomerati temporari di idee, plasmate assieme per la loro propria protezione. L'analogia con i nostri corpi sta vicino. I corpi sono le creazioni di complessi temporari di geni; benche' ognuno di noi sia unico, i geni stessi provengono tutti da creature anteriori e, se ci riproduciamo, andranno avanti in future creature. Le nostre menti sono la creazione di complessi temporari di Meme: benche' ognuno di noi sia unico, i Meme stessi provengono da creature anteriori e, se ci parliamo, scriviamo e communichiamo, andranno avanti in future creature. E basta. Il problema e' che non la vediamo cosi'. Crediamo che c'e' davvero qualcheduno all'interno per effetuare il credere, e davvero qualcheduno che ha bisogno di essere protetto. E' questa l'illusione - e' questo il sogno di Meme dallo quale ci possiamo svegliare.

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Smantellare il Sogno dei Meme.

So di due sistemi che possono smantellare complessi di Meme (anche se sono sicura che ne stanno altri). Naturalemente, questi sistemi sono se stessi Meme, ma sono, se volete, disinfettanti di Meme, Meme che mangiano altri Meme, o "complessi di Meme che distruggono complessi di Meme". Questi due sono la scienza e lo Zen.

La scienza funziona cosi' per causa dei suoi ideali di verita' e di ricerca delle prove. Non sta sempre all'altezza di detti ideali, ma in teoria, e' capace di distruggere ogni complesso di Meme non veritiero col sometterlo alla prova, col esigere prove o col organizzare uno sperimento.

Lo Zen fa questo pure, anche se i metodi sono completamente diversi. Nell'allenamento Zen, ogni concetto e' sottomesso a scrutinio, niente e' lasciato non-indagato, anche l'ego che fa l'indagine deve essere sottomesso alla luce ed interrogato "Chi sei?"

Dopo qualche quindici anni di prattica dello Zen, e rileggendo i Tre Pilastri dello Zen di Philip Kapleau, ho comminciato a lavorare sul koan "Chi...?". Lo sperimento e' stato interessantissimo e posso tutt'al piu' assomigliarlo all'osservazione di un Meme sviscerando altri Meme. Ogni pensiero che viene a galla durante la meditazione viene scontrato dal "Chi e' che pensa questo?" o "Chi lo vede, questo?" o "Chi e' che avverte quello?", o soltanto "Chi...?". Vedendo il falso ego come un vasto complesso di Meme mi e' parso aiutare - perche' e' molto piu' facile di lasciar presa su dei Meme di passaggio che su di un ego reale, sodo e permanente. E' molto piu' facile di lasciare lo sviscera-Meme fare le sue faccende se si sa che non sta a'ffa altro che sviscera' Meme.

Un altro koan mio e' caduto contro i Meme. Domanda: "Chi ti conduce?" Risposta: "I Meme, naturalmente." Questa non e' solo una risposta intellettuale, am un modo di vedersi come un costrutto temporario e fuggente. La domando dissolve quando anche l'ego ed il conduttore sono visti come tanti Meme.

Ho dovuto fare un lungo giro per rispondere alle mie domande, ma spero che potete adesso capire le mie risposte. "Da che dobbiamo svegliarci?" - "Dal Sogno dei Meme, naturalmente" - "E come?" - "Col vedere che si tratta di un sogno di Meme".

E chi e' che lascia lo sviscera-Meme fare la sua? Chi e' che si sveglia quando il sogno dei Meme e' completamente sviscerato? A! Ecco una domanda...

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>Sandeep:

>Prima di tutto, per me i Meme non sono altro che i "condizionamenti" concretizzati.

>Ed in questa ultima frase si vede laddove la Scienza si dovra' sempre fermare, perche' ha bisogno che l'osservatore venga osservato.

>Quando l'osservatore e' l'osservato, non rimane piu' niente osservazione, e senza l'osservazione, non c'e piu' scienza.

>Cioe', ahhhhaaaaaaaa

>

>Cheers

>Sandeep



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