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Aggiornato al 12 maggio 2007

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nishijimaGl'insegnamenti di  Gudo Wafu Nishijima rôshi



Teoria delle quattro vedute
ovvero tre filosofia ed una realtà

Una collana di conferenze di maestro Gudô Nishijima

©Windbell Publicazioni

La realtà

Nel corso delle mie due ultime conferenze, io ho parlato dei tre sistemi filosofici: l'idealismo, il materialismo e l'inafferrabile filosofia dell'azione. Oggi, vorrei continuare parlando dell'ultima fase del buddhismo. C'è ovviamente un legame tra le tre filosofie di cui abbiamo finora discusso, e l'ultima fase è questo legame ch'io vorrei cominciare a spiegare.

Io ho spiegato che l'idealismo è il primo punto di vista del buddhismo, e che il materialismo è il secondo. Poi ho proseguito spiegando come questi due punti di vista opposti possano essere sintetizzati in un terzo punto di vista, realista.

La filosofia dell'azione tratta di questa sintesi. Queste tre stazioni filosofici di base includono tutti i sistemi filosofici esistenti; ogni sistema filosofico può essere inserito in una o l'altra di queste tre categorie di base.

Il Buddha Gautama fu la prima persona a insistere su di un fatto semplicissimo ma molto importante: noi non viviamo secondo dei sistemi filosofici; noi viviamo nel mondo reale. Benché questa sia una conclusione semplicissima ed apparentemente ovvia, parecchi sono quelli che si credono che il mondo reale nel quale noi viviamo è lo stesso che quello che noi ci siamo costruito nelle nostre teste, o che quello che noi percepiamo direttamente mediante i nostri sensi. La stragrande maggioranza della gente che vive sulla faccia della terra prende una o l'altra di queste due posizioni; cioè, ossia credono nell'idealismo, ossia credono nel materialismo. Questo potrà sembrare piuttosto strano, ma è un fatto.

La medesima situazione esattamente esisteva nell'India antica. Il Buddha Gautama visse ch'era il caso ed egli fu capace di riconoscere un semplice fatto molto chiaramente: che il mondo intero vive realmente nel mondo reale. Egli visse che la gente è suscettibile di confondere la rappresentazione del mondo che si è costruita nella propria testa con il mondo reale ovvero di credere che il mondo che percepisce con i propri sensi è l'unico mondo che esista. A dispetto dell'evidenza, la gente crede davvero che i sistemi filosofici che si adoperano per considerare il mondo sono il mondo stesso. I materialisti credono che il mondo di materia da loro percepiti attorno a loro sia l'unico; gli idealisti credono che il mondo sia governato da concetti.

Il Buddha Gautama ci ha incitati a vedere il mondo reale nel quale noi viviamo; egli disse che era molto importante che noi lo realizzassimo, ed dedicò la propria vita ad insegnare alla gente questa semplice verità. Egli disse che per riconoscere che noi viviamo nella realtà, ci è necessario trascendere il pensiero intellettuale, sia basato questi sopra delle idee pure o su di una teoria scientifica, perché in realtà, tutte due appartengono all'intelletto. Persino la filosofia dell'azione appartiene al dominio dell'intelletto.

Il Buddha Gautama adoperava la parola sanscrita Dharma per descrivere la realtà nella quale viviamo tutti noi. Ma egli disse pure che questa realtà è in fin fine impossibile da mettere completamente a parole. Si può dare una buona esplicazione dell'idealismo e del materialismo a parole, e possiamo persino spiegare la filosofia dell'azione. Ma la realtà stessa sfida ogni descrizione. Questo è un grande problema. Il Buddha Gautama lo riconobbe. Egli ci diede la pratica di Zazen, dicendo che quando noi lo pratichiamo, possiamo riconoscere la realtà nella quale noi stiamo seduti con tutto del nostro corpo e mente. Egli disse che quelli che credono che il mondo dei loro pensieri sia il mondo reale s'ingannano. Liberarci da queste illusioni costituisce lo scopo della pratica buddhista.

Quando io vi faccio vedere come praticare Zazen, di solito fdico che non c'è bisogno alcuno di pensare à checchessia, e nessun bisogno di avvertire a checchessia durante Zazen. Quando noi stiamo seduti nella realtà senza pensare ni avvertire, possiamo riconoscere questo semplicissimo e primitivissimo fatto. Ed è questa esperienza che forma la base della filosofia buddhista. Dunque, studiare il buddhismo significa studiare la realtà; praticare Zazen è studiare la realtà, direttamente.

Une filosofia così diretta e semplice è molto difficile da scovare in questo mondo. In linea di massima, noi tentiamo di risolvere i problemi della vita mediante il nostro intelletto solo. Quasi tutte le civiltà moderne sono basate sulla supremazia dell'intelletto. La gente tente di vivere nel suo mondo di idee o nel suo mondo dei sensi. Il buddhismo ci insegna la filosofia dell'azione, il che è di per sé una costruzione dell'intelletto. Dimodoché, per conoscere e sperimentare davvero la realtà di questo mondo, ci vuole praticare Zazen. E' per questo che maestro Dôgen disse: "Praticate soltanto Zazen. La pratica di Zazen è il buddhismo. Il buddhismo è praticare Zazen." Qual è il suo insegnamento ed il cuore dello stesso buddhismo. Quando noi riconosciamo la natura del mondo reale, possiamo essere dei buddha. Diventare un buddha significa riconoscere la realtà. E' questa la fase ultima del buddhismo.

Mi piacerebbe sentire le vostre domande adesso. Ci sono domande?

-- Lei ha detto che il materialismo è anch'esso un pensiero intellettuale. Come mai?

Sono parecchio quelli che pensano che il materialismo sia una filosofia realista. Ma io non sono d'accordo. Il materialismo è una filosofia --  e questa è basata sul concetto di materia. I materialisti analizzano tutti i loro problemi in base al concetto 'materia'. Pur pensando loro che la materia sia la realtà stessa, si tratta solo di un concetto inventato dall'intelletto a fine di spiegare questo qualcosa che noi vediamo lì. I loro pensieri sul mondo sorgono quindi da una concezione intellettuale del mondo. Questa concezione intellettuale non è il mondo in sé.

-- Quando Lei dice che la maggioranza della gente pensa che il mondo dei loro pensieri, o quello della materia, sia quello reale, questo pare ben lungi dalla vita quotidiana. La parola 'filosofia' suggerisce una specie di pensiero molto grandioso e speciale. Ci potrebbe dare un esempio pratico? Quando noi pensiamo che il mondo dei nostri sensi sia il mondo reale, cos'è che stiamo facendo?

Il centro dell'idealismo è la mente. Il centro del materialismo è la materia. La materia è un concetto che proviene dalla negazione della mente. Quando noi pensiamo ai problemi filosofici, in linea di massima, ci pensiamo ossia da un punto di vista fondato sulla mente ovvero da un punto di vista fondato sulla materia. La gente che si considera materialisti hanno il concetto dell'esistenza reale della materia come base dei loro pensieri. Loro sono costantemente coscienti del mondo fisico attorno a loro. E' questo ch'intendo io, quando dico che un materialista vive nel mondo della materia. Ma l'idea che il mondo nel quale noi viviamo non sia composto di altro che di materia, quale noi la percepiamo direttamente mediante i nostri sensi, esso è una specie di illusione: questo è soltanto una idea nel nostro cervello.

-- Ma quando Lei dice che si pensa di vivere in un mondo materiale, ad esempio, se voglio andare comperare una nuova auto o un nuovo costume, quale specie di pensiero è?

In realtà, noi viviamo tutti nella realtà. Ma quando noi utilizziamo i nostri poteri intellettuali per dare un senso alle nostre vite, noi diventiamo abitualmente sia un idealista, sia un materialista, a seconda del nostro punto di vista. Noi viviamo tutti nella medesima realtà, ma la gente tende a pensare al senso della propria vita. Noi scopriamo abitualmente che la nostra coscienza è armonizzata ad uno di due mondi: quello dei nostri pensieri o quello delle nostre percezioni. Ciò che noi percepiamo mediante i nostri sensi non è la realtà stessa; è un mondo visto attraverso una specie di costruzione concettuale. Ed in questo senso, si tratta di una specie di illusione. Questo vale anche per il mondo dei nostri pensieri.

-- Io capisco la Sua esplicazione sull'idealismo ed il materialismo. Platone era un filosofo idealista. Egli dichiarava che, dietro ogni fabbricato, ci deve essere un pensiero che dapprima produce il fabbricato, nella mente dell'architetto, ad esempio. Questo non è della materia. Sta fuori dal tempo e dello spazio e quindi possiede una realtà diversa rispetto al mondo materiale. La mia mente è fondamentalmente idealista. Io non posso concepire l'unità con la mia mente. Si pensano le cose come nere o bianche. Questo è una cosa. La seconda è che la mia mente è condizionata dalla mia esperienza passata. Siccome la realtà deve riposare fuori del tempo come dallo spazio, e siccome la mia mente non può concepire checchessia fuori dal tempo e dallo spazio, non posso pensare le cose altrimenti che in termini di passato, di presente e di avvenire. In seguito, i condizionamenti. Io, in quanto persona condizionata, penso con una mente condizionata. Come posso liberarmi dalla mia mente condizionata? Come può la mia mente condizionata capire la realtà? Come potrei andare al di là della mia mente?

Io vorrei rispondere alla sua prima domanda. Essa riguarda la natura duale della nostra comprensione. La nostra comprensione duale è un prodotto dei nostri processi intellettuali; la facoltà intellettuale sempre divide e discrimina. E' la sua funzione fondamentale. Senza questa capacità fondamentale per la discriminazione, noi saremmo incapaci di pensare. Dunque, considerando i problemi filosofici, è naturale dividere, discriminare. I nostri pensieri sono sempre idealisti per natura. Qual è la natura fondamentale del pensiero. Ecco qual è il primo problema.

La sua seconda domanda porta sulle cause e gli effetti. Bisogna capire la teoria buddhista delle Quattro Filosofie. Il Buddha Gautama ci insegnò che noi viviamo nella realtà, e egli disse che per poter riconoscere questo fatto, ci tocca liberarci dal mondo dell'intelletto. Per arrivarci, egli disse che c'è da agire. Egli disse che bisogna agire correttamente. Et per agire correttamente, ci disse di praticare Zazen. I suoi insegnamenti portano quindi sulla morale o l'etica; dei problemi morali o etici in quanto filosofia, ma in quanto problemi sul come agire, come vivere in pratica. Egli disse che praticare Zazen è il modo migliore di liberarsi dal mondo del nostro intelletto e di agire correttamente.

-- Mediante la pratica di Zazen, ottiene Lei una comprensione intuitiva della realtà, invece di una comprensione intellettuale?

Si. Quando noi cominciamo a praticare, noi entriamo immediatamente nella realtà stessa. E' così. La pratica buddhista è quindi una via molto facile.

-- In quanto cattholico, io credo che il mondo è stato creato da Dio. Ma allo stesso momento, io credo nell'esistenza della materia. Mi pare che il buddhismo sia una specie di religione e così una specie di filosofia. Ma senza un dio. Mi pare che l'intelletto sia molto importante nel buddhismo, soltanto al senso del pensiero idealista o materialista. L'intelletto ci dà una specie di nutrimento: bisogna pensare, studiare, imparare. Perché non possiamo noi neanche realizzare la realtà senza l'intelletto. Non possiamo arrivarci soltanto mediante la pratica di Zazen. Se Lei dovette insegnare ad un bambino soltanto la pratica di Zazen, senza insegnargli a fare altra cosa, questo bambino non crescerebbe. Mi pare che praticare Zazen ci dà una cosa. Impariamo qualcosa di nuovo ogni giorno della nostra vita, in questa realtà. Ma praticare Zazen è una specie di --  come dire --  il nostro cervello è come una specie di compiuter che riceve un sacco di informazioni ogni giorno. Non siamo capaci di utilizzare tutta l'informazione nel nostro compiuter senza praticare Zazen. Senza questa pratica, il nostro compiuter non funziona bene. E' come se qualcuno o qualcosa mettesse tutta l'informazione nel compiuter del nostro cervello al buon posto. Eppoi, al momento in cui noi dobbiamo agire, noi sappiamo come farlo senza pensarci. Quello non vuol dire che noi non pensiamo; noi pensiamo incoscientemente. La pratica di Zazen ed il risveglio ci danno la possibilità di realizzare la realtà in buona maniera, senza pensiero cosciente.

In risposta a quel che lei ha appena detto, vorrei dire qualcosa a proposito della relazione fra Dio e l'Universo. Come l'ho già detto, il buddhismo realizza la natura imperfetta dell'intelletto. Sono parecchi quelli che credono che l'intelletto sia assoluto. Ma il Buddha Gautama criticò questa idea. Egli disse che l'abilità intellettuale non è assoluta. Egli ci ha incitò a riconoscere che noi viviamo nella realtà. Nel cristianesimo, Dio governa l'Universo. Nel marxismo, non c'è iddio. I buddhisti dicono che l'Universo è Dio. E' questa una situazione che noi non possiamo riconoscere mediante il nostro intelletto. Noi facciamo l'esperienza di questa verità con la nostra azione corretta. I buddhisti praticano Zazen per avvertire che l'Universo è Dio stesso; Dio è l'Universo. I buddhisti non credono che Dio esista al di fuori dell'Universo. Per di più, i buddhisti negano l'idea materialista che non ci sia Dio. E' la relazione fra le tre religioni del mondo di oggi; il cristianesimo, il marxismo ed il buddhismo. E' un problema importante per i nostri coevi, il sapere quale di queste tre religioni si deve scegliere. Ma perché dovrebbe essere il caso?

Gli esseri umani hanno una tendenza inerente a voler sacrificare le loro vite combattendo per le loro credenze. Gli idealisti credono quindi che sia utile perdere la vita combattendo contra i materialisti. I materialisti anche loro credono che perdere la vita combattendo contra gli idealisti sia utile. Qual è la situazione reale di questo mondo di oggi. Tale tendenza è inerente alla psiche umana. E' un po' triste, ma è vero, è un fatto.

-- Lei ha detto che il nostro intelletto è dualista di per natura. Allora, perché non includere il dualismo accanto dell'idealismo e del materialismo?

Quando noi consideriamo i problemi in modo intellettuale, la nostra conclusione potrà essere talvolta idealista e talvolta materialista. E' questta l'inevitabile conseguenza dell'analisi intellettuale. L'intelletto divide tutte cose in nero e bianco, in bene o male, in giusto o erroneo. Così discrimina il nostro cervello. Il nostro pensiero è quindi idealista in modo inerente. Ma la filosofia buddhista dell'azione è capace di sintetizzare questi due aspetti, questi due punti di vista filosofici. Tale filosofia di sintesi, pertanto, non è mai, di per sé, altro che un sistema di pensiero. Il Buddha Gautama ci disse di praticare Zazen di modo che noi riconoscessimo la realtà nella quale noi viviamo ad ogni momento. Dunque, nel dominio dell'intelletto, noi siamo sempre idealisti. Perciò non c'è bisogno alcuno di includere il dualismo. La filosofia del dualismo dice che la realtà consiste in due parti: la mente e la materia. Ma questo suggerisce che sia la materia quanto la mente esistono. Il punto di vista buddhista è che la mente e la materia siano tutte due dei concetti che esistono nel nostro cervello: che la realtà sia indivisa. La gente che crede che la mente e la materia esistono tutte due come entità reali è, dal punto di vista buddhista, nell'illusione. I buddhisti riconoscono l'esperienza di una sola realtà indivisa, una credenza che proviene direttamente dall'esperienza di Zazen.

Pertanto, abbiamo bisogno dei punti di vista idealista e materialista per costruire un sistema filosofico. Senza una gamba destra e una gamba sinistra, la teoria buddhista non reggerebbe. L'idealismo ed il materialismo sono le gambe della teoria buddhista. La realtà stessa non può essere spiegata a parole, ma poiché noi, gli esseri umani, abbiamo la capacità e l'inclinazione di pensare alle nostre vite ed alla realtà che ci circonda, abbiamo bisogno di un sistema filosofico. Il sistema filosofico buddhista permette al pensiero idealista ed al pensiero materialista di coesistere, senza pero credere che la mente e la materia siano delle entità reali.

-- Lei ha detto che la differenza fondamentale fra il cristianesimo ed il buddhismo risiede nel fatto che, nel cristianesimo, ci sia un Dio che sta al di fuori dell'Universo, e che nel buddhismo, il creatore e la creatura sono uno. Allora, poiché Dio è tutto, è anche Lei e me ...

Io ho detto che Dio e l'Universo sono uniti, ma questo, di per sé, è solo un metodo di esplicazione. I buddhisti non credono quindi che sia necessario credere nell'esistenza di una qualsiasi mente o di una qualsiasi essenza specifica in quanto oggetto. In teoria buddhista, noi diciamo che c'è qualcosa che non può essere spiegato a parole: l'Ineffabile. Taluni lo chiamano Universo, altri lo chiamano Dio, altri ancora lo chiamano materia, mente o anima. Ma nel buddhismo, noi diciamo che questo qualcosa che esiste non può essere espresso a parole.

-- Dunque, quel che ci dice è che noi non possiamo conoscere cos'è la verità perché la conoscenza è un fatto della mente. Noi non possiamo essere altro che la verità?

Si. E possiamo farne l'esperienza; possiamo agire. Noi possiamo praticare Zazen.

 


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