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Shôbôgenzô Kesa kudoku di maestro Dôgen


I meriti del kasâya seconda parte
(Ritorno alla prima parte)


[60]    Si dice del kasâya che comprende tre sottane. Sono la sottana di cinque striscie, la sottana di sette striscie, e la grande sottana di nove o più striscie. Gli eccellenti praticanti ricevono solo queste tre sottane, e non ne tengono altre. Queste tre sottane bastano ampiamente al corpo. Quando siamo occupati  agli affari o ai compiti, e quando andiamo e torniamo dai gabinetti, indossiamo la sottana di cinque striscie. Per compiere le buone pratiche in seno al Sangha, indossiamo la sottana di sette striscie. Per insegnare agli umani e agli dei e rendergli devoti, dovremmo indossare la sottana di nove o più striscie. ovvero, quando siamo in un posto privato, indossiamo la sottana a cinque striscie, quando andiamo in seno al sangha, indossiamo la sottana a sette striscie e quando siamo diretti al palazzo reale o nelle città e i paesi, indossiamo la grande sottana. o ancora, se fa bello e caldo, indossiamo la sottana a cinque striscie, quando fa freddo, mettiamo quella a sette in più, e quando il freddo è davvero rigido, mettiamo la grande sottana di sopra. Un giorno, nei tempi antichi, il tempo durante una notte d'inverno fu sufficientemente freddo per spaccare il bambù. Al tramonto, il Buddha si mise la sottana di cinque striscie. All'avanzare della notte, siccome faceva ancora più freddo, si mise anche la sottana di sette striscie. più tardi ancora, come il freddo arrivava ad un vertice, si mise anche la grande sottana. Il Buddha pensò allora: "All'avvenire, quando il freddo non si potrà più sopportare, i buoni figli si dovrebbero poter vestire in modo adeguato con queste tre sottane". [25]

[62]        Il metodo per indossare il kasâya:l

Snudare solo la spalla destra [26] è il metodo usuale. Esiste un metodo per indossare [il kasâya] dimodoché copra tutte due le spalle, una forma [seguita da] il Tathâgata e i veterani che sono anziani en anni e in esperienza: tutte due le spalle vengono coperte, mentre il petto può essere sia esposto che coperto. [Il metodo che consiste nel] coprire tutte due le spalle è per un grande kasâya di 60 striscie o più. [Di solito,] quando si indossa il kasâya, si indossano tutti due i lati sul braccio e la spalla sinistri. Il bordo anteriore passa di sopra il lato sinistro [del kasâya] e pende sull' [avan] braccio [sinistro] [27]. Nel caso del grande kasâya, [tale] bordo anteriore passa di sopra alla spalla sinistra e pende di dietro. Ci sono molti altri modi d'indossare il kasâya, a parte questo; dobbiamo prendere il tempo di ricercargli e di inquisire su di loro.

[64]     Per centinaia di anni, da una dinastia all'altra -- Liang, Chen, Sui, Tang e Song [28] -- numerosi periti del grande e del piccolo veicolo hanno cessato il lavoro di dare conferenze sui sûtra, riconoscendo che non era il colmo della comprensione, e hanno progredito per imparare il Dharma autenticamente trasmesso dei patriarchi buddhisti; quando lo fanno, spogliano inevitabilmente le loro vecchie sottane e ricevono e custodiscono il kasâya autenticamente trasmesso dei patriarchi buddhisti. Ecco proprio l'abbandono del falso e il ritorno del vero. [Disquisendo] il vero Dharma del Tathâgata, [si vedono] i Paradisi dell'Ovest come la radice stessa del Dharma. Numerosi insegnanti di esseri umani, passati e presenti, hanno stabilito vedute piccole basate sul pensiero parocchiale e sentimentale dell'uomo comune. Siccome il mondo del Buddha e quello degli esseri vivi sono aldilà dall'essere limitati o illimitati, gl'insegnamenti, la pratica e le verità umane del Mahâyâna e del Hinayâna non possono in alcun caso aggiustarsi ai pensieri ristretti dell'uomo comune di oggi. Nondimeno, [uomini comuni] in Cina, agendo alla cieca, hanno mancato a vedere i Paradisi dell'Ovest come radice e hanno considerato le piccole vedute limitate, che avevano appena messe sù, quanto il Dharma del Buddha. Delle cose simili non si dovrebbero mai produrre. Dunque, se i nostri coevi che hanno stabilito la mente vogliono ricevere e custodire il kasâya, devvono ricevere e ritenere qutello della trasmissione autentica.
Non devvono ricevere e custodire un kasâya nuovamente creato a secondo l'idea del momento. Il kasâya della trasmissione autentica significa quello qui è stato autenticamente trasmesso da Shaolin [il tempio] e da Sokei
[il monte] [29], quello che fu ricevuto dal successore legittimo del Tathâgataa senza mancare una sola generazione. Il kasâya indossato dai figli e nipoti nel Dharma è il kasâya tradizionale. Ciò che è stato appena creato in Cina non è tradizionale. Ora, i kasâya indossati dai monaci venuti dai Paradisi dell'Ovest, nel passato e il presente, sono tutti indossati come kasâya autenticamente trasmesso dai patriarchi buddhisti.
Non uno solo tra questi monaci [ha mai indossato un kasâya] come quel nuovo kasâya inventato in Cina oggi da questi periti del vinaya.  La gente ottusa crede nel kasâya di questiperiti del vinaya; quelli che sono chiari [gli] rigettano. Di solito, il merito del kasâya trasmesso da bouddha a bouddha e da patriarca a patriarca è ovvio ed è facile crederci. La sua trasmissione autentica è stata ricevuta esattamente, la sua forma originale è stata conferita personalmente, e esiste realmente nel presente. [Il Dharma buddhista] l'ha ricevuto e custodito, e ha successo ognuno al Dharma dell'altro sino ai giorni nostri. I maestri ancestrali che hanno ricevuto e custodito [il kasâya] sono tutti maestri e discepoli che hanno fatto l'esperienza dello stato [30] e ricevuto la trasmissione del Dharma. Perciò, si deve fare [il kasâya] correttamente, a secondo il metodo per farlo che è stato trasmesso autenticamente dai patriarchi buddhisti. Questo solo è la vera tradizione, ed è molto tempo che è stata sperimentata e riconosciuta da tutti gli esseri comuni e sacri, umani e dei, dragoni e spiriti. Essendo nati per incontrare l'estesa di questo Dharma, se ci copriamo il corpo del kasâya fosse una volta sola, ricevendolo e cumstodendolo per un sol ksana o un muhûrta [31], questa [esperienza] ci servirà sicuramente di talismano per proteggerci [32] nella realizzazione dello stato supremo della bodhi.
Quando noi ci tingiamo il corpo-e-mente di una sola frase o di un versetto solo, esso diventa il seme di una brillanza eterna che finirà per portarci allo stato supremo della bodhi. touQuando 
ci tingiamo il corpo-e-mente con un vero Dharma o una buona azione, esso può essere anche così.
Le immagini mentali sorgono e svaniscono istantaneamente; esse il suoo senza dimora. Il corpo fisico sorge e sparisce anch'esso istantaneamente; anch'esso è senza dimora. Nondimeno, il merito che pratichiamo ha sempre il suo momento di maturazione e di appassimento. Ugualmente, il kasâya è aldilà dell'elaborazione e della non-elaborazione, è aldilà dell'aver una dimora e aldilà del non averne: è ciò che soli i buddha, assieme con i buddhas, realizzano perrfettamente [33].
Nondimeno, i praticanti che ricevono e custodiscono [il kasâya] compiono sempre il merito che ne viene così tratto, e arrivano sempre all'ultimo. Quelli che non hanno una buona condotta passata -- pur passando tra una vita, due vite, o innumerevoli vite  -- non potranno mai incontrare il kasâya, non potranno mai indossarlo,  non potranno mai crederci e 
non potranno mai conoscerlo chiaramente. In Cina e in Giappone, oggi, si vede che ci sono quelli che hanno avuto la fortuna di rivestire il loro corpo una volta del kasâya, e quelli che non l'hanno  avuta. [La differenza] non dipende né dal loro statuto sociale basso o alto, né dalla loro sagezza o della loro stupidità: ciò fu chiaramente determinato dalla loro buona condotta passata. Ciò detto, se si ha ricevuto e custodito il kasâya, c'è da rallegrarsi dall'aver avuto una buona condotta passata, e non dubitare dal cumulo dei meriti e dell'amucchiare delle virtù. Se non si ha ancora il kasâya, c'è da sperare di poterlo ricevere. C'è da sforzarsi, senza indugio, di seminare i buoni semi [di ricevere e custodire il kasâya] in questa vita. Quelli che ne vengono impediti da un qualsiasi ostacolo si devvono pentire e confessarsi davanti ai buddha così-venuti, anziché i tre tesori del Buddha, del Dharma e del Sangha.
Quanto  devvono augurarsi gli esseri degli altri paesi: "Se soltanto la sottana e il Dharma del Tathâgata fossero stati autenticamente trasmessi e si trovassero intimamente presenti nel nostro paese, come lo sono in Cina!"  La loro vergogna deve essere profonda, e la loro tristezza improntata de risentimento, che l'autentica tradizione non sia passata nei loro paesi. Perché abbiamo tanta fortuna d'aver incontrato il Dharma nel quale  la sottana e il Dharma del Tathâgata, l'Onorato del Mondo, sono stati autenticamente trasmessi? E' a cagion dell'influsso del grande merito di prajñâ che è stato accumulato nel passato. In questa età corrotta dell'ultimo Dharma, [certi] non hanno vergogna alcuna di non aver loro stessi una trasmissione autentica, e invidiano quelli che ce l'hanno. Bene sarebbe che si trattasse di una banda di demoni. Le loro [34] possessioni e dimore presenti, influenzate dalla loro condotta passata, non sono né vere né reali. Solo il [34] dedicarsi a e venerare il Dharma del Buddha autenticamente trasmesso: questo ben potrebbe essere il loro [34] vero rifugio nell'apprendistato de [lo stato di] buddha. Tutto sommato, ricordatevi che il kasâya è  l'oggetto della venerazione e della devozione dei buddha. E' il corpo del Buddha e la mente del Buddha. Noi lo chiamiamo il vestito della liberazione [35], la sottana del campo di felicità [36], la sottana senza forma [37], la sottana suprema, la sottana di resistenza [38], la sottana del Tathâgata, la sottana di grande benvolenza e di grande compassione, la sottana che è una bandiera di eccellenza, e la sottana dell'anuttara-samyak-sambodhi. Noi la dobbiamo ricevere e la custodire così, recevendola umilmente sulla nostra testa. Proprio perché è così, non la dovremmo mai cambiare a secondo [la nostra propria] idea.
 
[71]    Come tessuto per la sottana, usiamo seta o cottone, a secondo della convienienza. Non è sempre le caso che il cottone sia puro e la seta impura. Non c'è punto di vista alcuno che permetta di odiare il cottone e preferire la seta; sarebbe risibile. Il metodo [39] consueto dei buddha, in tutti i caso, è di considerare che gli stracci [40] costituiscono il tessuto migliore. Ci sono dieci e quattro specie di stracci; sono: bruciati, masticati da un bue, roso dai topi, lenzuola per i morti, e così via. [41] La gente dalle cinque parti dell'India [42] buttava questi stracci per le strade e nei campi, come fossere mundezaz, e gli chiamavano quindi, "stracci di scarto" [43]. I praticanti gli coglievano, gli lavavano e gli cucivano, e gli usavano per coprirsi il corpo. [44] Tra quelli stracci, ci sono diverse sorte di seta e diverse sorte di cottone. Dobbiamo scartare la veduta [che opera una discriminazione tra] la seta ed il cottone, e studiare i stracci in pratica. Quando, nei tempi antichi [45], [il Buddha] si trovava a lavare una sottana di stracci nel lago Anavatapta [46], il re Drago ne fece l'elogio con una pioggia di fiori, e fece prosternazioni di riverenza. Certi insegnanti del Piccolo Veicolo hanno una teoria sul filo trasformato [47], che ben potrebbe, anch'essa essere senza fondamenta. La gente del Grande Veiicolo ben potrebbe riderne. Quale sorte [di filo] non è filo trasformato? Quando sentono questi insegnanti parlare di trasformazione, credono le loro orecchie, ma quando la vedono davvero, non credono i loro occhi.
Ricordatevi, quando cogliete stracci, ci può essere del cottone che somiglia alla seta, e ci può essere della seta che somiglia al cottone. Siccome ci sono miriadi di differenze tra i costumi locali, è difficile sondare la creazione [della Natura] -- gli occhi di carne non lo possono sapere. Quando si ha ottenuto questo tessuto, non bisogna disquisire se è seta o cottone, ma bisogna chiamarlo stracci.


Il seguito del fascicolo Kesa-kudoku
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Note:

25- Questo paragrafo è una citazione tratta dal Daijogi-sho. [ritorno]
26- Hentan-uken. Questi quattro caratteri cinesi compaiono in più posti del Sûtra del Loto. Vedi ad esempio i paragrafi d'apertura del capitolo Shinge (Credenza e intendimento) SdL 1.222. 
[ritorno]
27- Il kasâya piegato (sulla lunghezza, in otto) è dapprima lasciato pendere sulla spalla sinistra, con l'alto del kasâya in avanti (dimodoché il laccio semplice sia davanti). I due angoli dell'alto stanno l'uno contro l'altro. La mano sinistra afferra l'angolo sinistro superiore e la mano destro afferra l'angolo destro superiore. Allora si apre il kasâya sulla schiena, dietro a sé, e la mano destro riporta  l'angolo superiore destro sotto il braccio destro ed in avanti, e poi lo lascia pendere sulla spalla sinistra e l'avan-braccio sinistro. I "due lati" significa quindi il lato sinistro e destro dell'alto del kasâya, e il "bordo anteriore" rinvia al bordo superiore della parte del kasâya che sta reggendo la mano destra. [ritorno]
28- La dinastia dei Liang (502-556); la dinastia dei Chen (557-589); la dinastia dei Sui (589-618); la dinastia dei Tang (618-907); la dinastia dei Song (960-1279). [ritorno] 
29- Maestro Bodhidharma viveva al tempio di Shaolin; maestro Daikan Eno viveva sul monte Sokei. [ritorno]
30- "Fa l'esperienza dello stato" è shokai, sho significando fare l'esperienza, e kai avendo il significato di essere d'accordo o di corrispondere. Shokai quindi significa fare l'esperienza dello stesso stato di quello del Buddha. [ritorno]
31- Misure del tempo, in India. A secondo una spiegazione, sessantaquattro ksana passano in una scioccata delle dita, e ci sono trenta muhûrta al giorno. [ritorno]
32- Goshin-fushi, lett., "una carta per custodire il corpo". Spesso, nei templi e santuari, si vendono carte portatrici di numeri fortunati, chiamati in Giappone o-mamori au Japon,. [ritorno]
33- Il Sûtra del Loto dice che soli i buddha, assieme con i buddha, possono perfettamente rendersi conto che tutti i dharma sono forma reale. Maestro Dôgen mette l'accento sul fatto chesenzacrit il kasâya è istantaneo e reale, e quindi aldilà dell'intendimento.  [ritorno]
34- Onore significa anche "nostro" o "noi stessi". Queste frasi si applicano a noi pure. [ritorno]
35- Gedatsu fuku.[ritorno]
36- Fukuden-e.[ritorno]
37- Muso-e. Il kasâya è senza forma nel senso che non è un semplice rettangolo di tessuto. Queste tre frasi sono tratte dal versetto che viene recitato in venerazione del kasâya. Vedi il parag. 105 di tale capitolo. [ritorno]
38- Ninniku-e, lett. "resistenza-umiliazione sottana". Ninniku rappresenta il sanscrito Kshanti, endurance o patience. [ritorno]
39- "La metodo habituelle" è johô. Jo significa constant o éternel, e in même tempo usuel o comune. Hô significa metodo, o Dharma.. [ritorno]
40- "Chiffons" è Funzo-e. Fun significa excréments, e so, prononcé zo, significa "balayer" o "essere balayé". E significa sottana, o vêtement. Funzo rappresenta il mot sanscrito pâmsu-kula che significa un mucchio di polvere o una collezione di stracci tratti da un mucchio di polvere, cui si servivano i monaci buddhisti per le loro sottane. Lo si traduce sia per "stracci", sia "sottana de stracci", a secondo il contesto. .[ritorno]
41- Le dieci sorte di stracci sono date al paragrafo [117] di questo capitolo. Le quattro prime sono chiamate le "quattro sorte di stracci". [ritorno]
42- Litt., "I popoli delle cinque Indie". L'India antica era riputata divisa in cinque regioni: l'Est, l'Ovest, il Centro, il Nord, e il Sud. [ritorno]
43- Funzo-e: vedi nota 40.
[ritorno]
44- Questa sezione in italici è nello stile di una citazione tratta da un testo cinese. 
[ritorno]
45- Parecchie leggende come questa compaiono nelle leggende sulle vite passate del Buddha in quanto bodhisattva.
46- Si credeva che il lago Anavatapta era sito al nord dell'Himalaya e ch'era la fonte dei quattro grandi fiumi dell'India. Era rcnsato ospitare il re dei dragoni, e chiamato il lago dove non si soffre mai del calore. [ritorno] 
47_ Keshi: "filo elaborato". Il procedimento per produre la seta implica di bollire il bozzolo con il baco ancora vivo. C'era chi si preocupava che la produzione di seta violasse il precetto di non prendere la vita in vano, e pensava che non si dovesse usare la seta in quanto materiale per il kasâya.
[ritorno] 

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