[74]
Il venerabile Çânavâsa
[50]
è il terzo nella trasmissione del tesoro del Dharma. Egli ha
ricevuto una sottana alla sua nascita. Finché egli
è laico, questa sottana è un vestito secolare, ma
quando egli lascia il domicilio [51]
essa si trasforma in kasâya. In un altro caso, la
bhiksuni Çukra
[52],
dopo l'aver stabilito la volontà e esserci vestita di una
sottana de cottone,
è nata in una sottana in ogni vita e ogni esistenza
intermedia. Il giorno in cui ella incontra il Buddha
Çâkyamuni e lascia la casa, la sottana secolare
che porta sin dalla sua nascita, istantaneamente
si cambia in un kasâya, proprio come per il venerabile Çânavâsa.
Chiaramente, il kasâya è aldilà del
cottone, della seta e così via.
Per di più, il fatto che la virtù del
Buddha-Dharma possa
trasformare il corpo-e-mente e tutti i dharma è come negli
esempli summenzionati. E' una vérità ovvia che,
quando
lasciamo la casa e riceviamo i precetti, il corpo-e-mente, i
soggetto-e-oggetto, cambiano sul posto; è solo a cagione
della
nostra stupidità che non ce ne accorgiamo.
Non è vero che la regola [53]
solita dei buddha si applica solo a Çânavâsa
e a Çukra,
ma non a noi; non dobbiamo dubitare che i benefici [crescono] a secondo
il livello degli individui. Bisogna considerare queste
verità in
dettaglio e impararle in pratica. Il kasâya che copre il
corpo dei [monaci che il Buddha] accoglie [54] per
prendere i precetti non è necessariamente di
cottone
o di seta: l'influsso del Buddha è difficile da considerare.
La perla preziosa inserita nella sottana [55]
è fuori portata per chi conta i grani di sabbia [56].Bisogna
chiarificare e imparare in pratica ciò che ha una
quantità e ciò che è senza
quantità,
ciò che ha una forma e ciò che è senza
forma, nel
tessuto, il colore e le misure del kasâya dei buddha. Ecco
quanto
tutti i maestri ancestrali dei Paradisi dell'Ovest e delle Terre
dell'Oriente, passati e presenti, hanno imparato in pratica e hanno
trasmesso tra autentica tradizione.
Se può uno vedere ed udire [un maestro] in chi non
c'è
per niente da dubitare -- perché la trasmissione autentica
da
patriarca a patriarca è ovvia -- ma fallisce, senza che ci
sia
cagione, a ricevere la trasmissione autentica
da quel maestro ancestrale, sarebbe difficile
da scusare
un tale sussiego.
L'estensione di [questa] stupidità potrebbe esser dovuta
all'incredulità. Sarebbe abbandonare il reale per proseguire
il
falso, rigettare la radice e cercare rami. Sarebbe mancare di riguardi
per il
Tahâgata.
Le persone che vogliono stabilire la mente di bodhi devvono sempre
ricevere la trasmissione autentica da un maestro
ancestrale. Non solo abbiamo incontrato il Buddha-Dharma che
è
così difficile da incontrare; ma anche, in quanto
discendenti
nel Dharma nella trasmissione autentica del
kasâya del Buddha, abbiamo potuto vedere e udire, imparare e
praticare, e ricevere e custodire [la trasmissione autentica del
kasâya del Buddha]. Questo non è altro che vedere
il
Tathâgata egli stesso, è udire il Buddha
predicarci
il
Dharma, è essere illuminato dal chiarore del
Buddha, è ricevere e utilizzare ciò que
ricevette e
utilisa il Buddha, è ricevere la trasmissione da
personne a
personne della mente del Buddha, è avere il midollo
del
Buddha, è essere
coperti direttamente dal kasâya del Buddha Çâkyamuni,
ed è il Buddha Çâkyamuni
egli stesso che ci conferisce direttamente il kasâya. Siccome
seguimo il Buddha, abbiamo devotamente [57]
ricevuto questo kasâya.
[78]
Il
metodo per lavare il kasâya:
Mettete il kasâya,
sciolto, in una catino
pulito, e immergete il kasâya in un'acqua calda profumata,
ben
bollita, e lasciatelo ammollare per due ore, circa. [58]
Un altro metodo è di mettere il kasâya a mollo in
una acqua di cenere [59]
pura, ben bollita, e di aspettare che l'acqua raffredda. Ai giorni
nostri, si usa di solito [il metodo] dell'acqua di cenere calda. Questa
è ciò che noi chiamiamo qui [in Giappone] aku-no-yu[60].
Quando l'acqua di cenere ha raffreddato, risciacquate [il
kasâya]
ancora e ancora nell'acqua calda pulita e chiara. Nel corso
del
risciacquamento, non ci mettete les due mani per sfregare (il
kasâya] e non lo pedinare. Continuate finché la
sporcizia
o il grasso sia andato via. Dopodiché,
mescolate aloe, legno di sandalo [61]
od altro incenso e risciacquate. Poi, sospendetelo a una pertica [62]
ad asciugare. Quando è completamente asciutto, piegatelo e
sistematelo in un posto alto, bruciate incenso e buttate petali, fatene
il giro più volte tenendolo [il kasâya] sulla
vostra
destra [63],
e prosternatevi. Dopo di esservi prosternati tre volte, sei
volte e nove volte, inginocchiatevi e giungete le mani, [64]
tenete il kasâya per aria a due mani e, nella bocca,
canterellate i versi [in onore
del kasâya] [65].
Dopodiché, rialzatevi e indossate [il
kasâya] a secondo il metodo.
[80]§
L'Onorato del Mondo si rivolge alla grande assemblea:
Nell'antico
passato, quando stavo nell'ordine del Buddha Gioiello-Tesoro [66],
ero il bodhisattva Grande Compassione [67].
A questa epoca, il bodhisattva-mahâsattva Grande Compassione
fece il seguente voto davanti al Buddha
Gioiello-Tesoro: "Onorato del Mondo! Se, una
volta che sarò buddha,
ci dovessero essere degli esseri vivi che fossero entrati nel mio
Dharma, avessero lasciato la casa e portassero il kasâya --
pur
trattandosi di bhiksu, di bhiksuni,
di upâsaka e di upâsika [68]
avendo accumulato falli pesanti col violare le gravi proibizioni, col
promuovere vedute false o dimostrando una ignoranza spregiativa
rispetto ai Tre Tesori -- e che in un sol
momento di coscienza sorgesse
nella loro mente la riverenza per onorare la sottana
samghâti [69]
e che sorgesse nella loro mente la riverenza per
onorare l'Onorato del Mondo, o il Dharma ovvero il Sangha, ma che, o
Onorato del Mondo, persino uno solo di questi esseri vivi non potesse,
in [uno dei] tre veicoli [70],
ricevere l'affermazione [71],
e di conseguenza regredisse o si smarrisse, ciò sarebbe a
dire
che avrei ingannato i buddha che sono adesso presenti nei mondi delle
dieci direzioni e nel corso d'innumerevoli asamkheya kalpa infiniti e
che di sicuro non realizzerei l'anuttara-samyak-sambodhi.
"Onorato
del Mondo! Se, una volta che sarò buddha, dei, draghi,
demoni, umani e non-umani potessero indossare questo
kasâya,
venerarlo, fargli offerte, onorarlo e
lodarlo, finché tutti questi esseri potranno vedere fosse
una
piccolissima parte di questo kasâya, potranno non regredire
quando stanno nei tre veicoli.
Quando gli esseri sensibili sono afflitti dalla fame e dalla sete --
che siano demoni orrendi, persone miserabili o esseri vivi ridotti allo
stato di fantasmi affamati -- se possono ottenere un pezzo di
kasâya anche di soli quattro pollici
[72],
loro potrebbero senza indugio mangiare e bere a sazietà e
presto compiere tutto ciò che potrebbero desiderare.
Quando
esseri vivi si offendono a vicenda, ciò che è
causa che
sorga la mala volontà e che si sviluppi il
conflitto -- o quando degli dei, dei draghi, dei demoni, dei gandharva,
degli asura, dei garuda, dei kimnara, dei mahoraga, dei
kumbhânda, dei piçâca
[73], degli
umani
e dei non-umani si battono tra di loro -- se si ricordano di
questo
kasâya, a termine, e in virtù del potere del
kasâya, genereranno la mente di compassione, soave e soffice,
esente d'inimicizia, serena, mente regolata di virtù e
ricupereranno lo stato di purezza.
Quando è la gente in conflitto armato, o in un processo
civile
o criminale, se custodiano un pezzettino di questo kasâya
coll'andare in battaglia e che, per poteggersi, gli servono offerte, lo
veneranno e l'onorano, questa [altra] gente
non potra ferirgli, infastidirgli o umiliargli; potranno sempre vincere
i loro opponenti e passare attraverso le loro difficoltà.
Onorato del Mondo! Se fosse il mio kasâya incapace
di compiere questi cinque meriti sacri [74],
ciò
sarebbe a dire che avrei ingannato i buddha che sono adesso presenti
nei mondi delle dieci direzioni e nel corso d'innumerevoli asamkheya
kalpa infiniti e che all'avvenire, non potrei
compiere l'anuttara-samyak-sambodhi né fare i lavori
buddhistici. Avendo perso il Dharma virtùoso, sarei di
sicuro incapace di distruggere il non-buddhismo." Buoni
figli! [75]Allora,
il Tathâgata Gioiello-Tesoro estese il suo braccio destro
dorato
e picchiettò sulla testa del bodhisattva Grande Compassione
e ne
fece l'elogio con queste parole:
"Eccellente! Eccellente! Enegico amico! Ciò che hai appena
detto
è
un tesoro grande e raro, ed è grande sagezza e
virtù.
Quando avrai realizzato l'anuttara-samyak-sambodhi, questa sottana, il
kasâya, potrà compiere questi cinque meriti sacri
e
produrrà grandi benefici."
Buoni figli! Allora, il bodhisattva Grande Compassione, avendo udito
gli elogi del Buddha, ne saltò di gioia senza fine.
Allora
il Buddha estese un'altra volta ancora il suo braccio dorato, con la
sua mano dalle lunghe dita palmate [76]
dolci come la sottana
di una dea. Quando egli picchiettò la testa [del
bodhisattva],
il corpo [di quest'ultimo] si trasformò subito nella figura
giovanile di un uomo da vent'anni. Buoni figli! In questo ordine, la
grande assemblea degli dei, dei draghi, delle divinità
[minori], dei gandharvas, degli umani e dei non-humani, mani giunte [77],
venerarono il bodhisattva Grande Compassione: gli fecero offerte di
ogni sorte di fiori; suonarono persino musica e gliela
offrirono; e ne fecero l'elogio in ogni sorte di modi,
dopodiché rimasero silenziosi [78].
50- Nato una centinaia
di anni dopo della morte del Buddha, maestro
Çânavâsa diventò finalmente
il terzo patriarca dell'India, succedendo a maestro Ananda. La parola
sanscrita çânavâsa
significa lett. "vestiti di canepa".[ritorno] 51- Shukke, lett.,
"lascia-casa", il che significa farsi monaco. [ritorno] 52- Senbyaku-bikuni.
Senbyaku, "fresco-bianco" rappresenta il sanscrito çukra
che significa chiaro, puro, bianco candido, senza macchia. Il volume 8
del Senju-hyaku-en-kyô
racconta che la bhiksuni
(suora buddhista) Çukra era nata indossando una
sottana di un bianco puro che mai richiedeva di venir lavata,
e che quando
ella diventò suora, questa sottana si cambiò in
kasâya.[ritorno] 53- Joho,
vedi nota 39. [ritorno] 54- "Accoglie" è zenrai, che
rappresenta il sanscrito svâgata;
"benvenuti!" I testi pâli dicono che il Buddha
accettava i suoi discepoli nello stato di monaco semplicemente col dire
Ehi bhikkhu: "Benvenuto,
monaco.". [ritorno] 55- La perla inserita nella sottana
è una allusione al capitolo Gokyaku-deshi-juki
(Affermazione dei Cinquecento discepoli) del
Sûtra del Loto, che racconta la storia di un uomo ubriaco il
cui amico nasconde una perla preziosa nel suo vestito. Cinquecento
arhat si paragonano a quest'uomo che si trascina la perla,
poiché si sono accontentati di una sagezza inferiore in vece
di ottenere la sagezza del Buddha (SdL 2.114).[ritorno] 56- "Chi misura i grani di sabbia" sono
i specialisti. I caratteri di origine sansa, "contare la
sabbia", sono tratti dal poema Shôdôka
di maestro Yoka Gengaku. Questi diceva,
"Non si danno tregua nella loro analisi dei concetti e delle forme;
essendosi addentrati nel oceano, si esauriscono invano a contare i
grani di sabbia". [ritorno] 57- Il suffisso giapponese che
giapponesesi traduce con "devotamente" è la
forma onorifica tatematsuru,
che Dôgen utilizza invariabilmente per
esprimere la sua riverenza per il Buddha ma che questa traduzione non
rende, di solito, visto l'assenza di un equivalente nelle nostre
lingue. [ritorno] 58- Si divideva la giornata in dodici
periodi. I caratteri cinesi hito-toki
indicano uno di questi periodi, cioè
due ore. [ritorno] 59- Aku.
La cenere doveva servire a rendere l'acqua più
alcalina. In tal caso, la parola aku
deve venire scritta col carattere cinese per cenere, e
quello per acqua, ma la parola aku
è giapponese, in partenza, non cinese. [ritorno] 60- "Acqua di cenere calda" è
in cinese kaito, una
parola formata col carattere per cenere (kai) e quello per
acqua calda (to).
Aku-no-yu
sono parole giapponesi scritte in kana,
il sillabario phonetico giapponese. Aku significa acqua
di cenere (vedi ultima nota) e yu
ha il senso di acqua calda. [ritorno] 61- Il dizionario Kenkyusha da margosa per sendan. Ma allo
stesso tempo, sendan
rappresenta all'origine il sanscrito candana, legno di
sandalo. [ritorno] 62- Jokan,
lett., una "pura pertica", in bambù od altro legno, per
sospendere i vestiti all'orizzontale all'altezza della testa. [ritorno] 63- Antico costume indiano di
venerazione per la gente o gli oggetti sacri. [ritorno] 64- Koki
gassho. Ko significa straniero e ki significa
s'inginocchiarsi con le anche appartate, come avevano notato i Cinesi
che lo facevano a volte gli stranieri. Giungere le mani (gassho) significa
tenere i palmi giunti, le dita puntate in alto e l'estremità
delle dita davanti alle narici. [ritorno] 65- I versetti sono: Daisai gedatsu fuku, Muso
fukuden e, Hibu Nyôrai kyô,
Kôdô sho shujo,
che si traduce, grosso modo, con: "Quant'è grande il vestito
della liberazione! Pur senza forma, è il mantello
dei campi di felicità. Ora rivesto l'insegnamento del
Buddha, per salvare tutti gli esseri" Vedi parag. 105. .[ritorno] § La lunga citazione che segue
è tratta dal Hige-kyô,
(in sanscrito, Karunâ-pundarîka-sûtra)
ed è all'origine in un sol paragrafo. Egli fu diviso alla
traduzione per la facilità di lettura. [ritorno] 66- Hozo,
per la parola sanscrita ratnagarbha. Il
buddha Ratnagarbha è un buddha del passato legendario che
compare nel Hige-kyô..
[ritorno] 67- Daihi, lett., Grande Compassione, per
la parola sanscrita mahâkarunâ.
Si tratta di un altro nome del bodhisattva Avalokiteçvara.
(Kannon). [ritorno] 68- Le quattro classi di buddhisti:
monaci, suore, laici di ambe due i sessi [ritorno] 69- La radice sanscrita samghât
significa giungere ou attaccare assieme, allusione al fatto che il
kasâya
è una sottana composta di varî pezzi di stracci.
La sottana samghâti
(in giapponese
Sogyari-e) è la grande sottana
doppiata. [ritorno] 70-
Cioè ossia in quanto çravaka (buddhista
intellettuale), ossia in quanto pratyekabuddha (buddha sensoriale) o
ossia in quanto bodhisattva (praticante buddhista).. 71- "Affermazione" è kibetsu, del
sanscrito vyâkarana.
Vyâkarana è l'affermazione del
Buddha che un praticante diventerà buddha all'avenire. Tale
frase comprende il primo dei cinque meriti
sacri menzionati più in giù nel
paragrafo. Il primo merito è che tutti quanti venerano il
kasâya ed i Tre Tesori possono ricevere
l'affermazione. [ritorno] 72- Quattro sunnel
testo originale. Un sun
vale un po' più di un pollice inglese. [ritorno] 73- Gli antichi
contatori indiani inventarono questi esseri
colorati che finirono per farsi un posto nei sûtra buddhisti.
I gandharva sono
esseri celestiali che si nutrono di profumi, gli asura sono
demoni che si oppongono agli dei (i titani), i garuda sono uccelli
mangiatori di draghi, i kimnara
sono metà-cavallo metà-uomo
(centauri), i mahoraga
sono serpi, i khumbhânda,
lett., "scroto in orcio", sono demoni che si nutrono
dall'énergia umana, ed i piçâca
sono demoni sarcofagi . [ritorno] 74- I cinque meriti
sacri sono che chi indossa, venera, o custodisce
preziosamente un pezzo del kasâya 1) potranno
ricevere
l'affermazione, 2) non regrediranno , 3) potranno cavare fame
e
sete, e altri auguri, 4) potranno stare calmi nelle
situazioni ostili e 5) saranno
protetti
in tempo di conflitto. [ritorno] 75- Zen-nanshi rappresenta
le parole sanscriti kula-putra
con le quali il Buddha solitamente si rivolgeva al suo uditorio
buddhista. [ritorno] 76- Le dita palmate delle mani
e dei piedi fanno parte, in quinta posizione, dei trentadue segni
distintivi di un buddha. [ritorno] 77- Shashu.
In shashu,
le dita della mano sinistra vengono avvolti attorno al pollice,
e
la mano sinistra posta contro il petto,
l'avambraccio sinistro tenuto all'orizzontale. La mano destra, palmo in
giù,
viene posta sopra il dorso della mano sinistra,
l'avambraccio destro essendo anche lui mantenuto all'orizzontale. [ritorno] 78- Hige-kyô,
cap. 8 (quello in cui si dimostra come i
bodhisattva ricevono la loro affermazione nelle loro vite
passate). [ritorno]