La
Cultura del Loto ©
Nanabozho (Gichi Wabush) |
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Vedi pure Introduzione:
il mio andamento personale |
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La Coltura del Loto Presto o tardi, può succedere al più sperimentato dei meditanti. Sono anni che ti siedi a gambe incrociate senza il minimo problema, ed ecco che, un giorno, nel bel mezzo di un ritiro, uno dei tuoi ginocchi si mette a dolerti al punto di aver voglia di urlare. Questo, sono le tue anche, che non hai sciolte con abbastanza cura, e sono le tue povere ginocchia che cominciano a pagare il reato. O magari ci vorresti provare, ma semplicemente non ce la fai a piegare le ginocchia come un bretzel. Dimodoché ti trattieni, interessata/o, ma non davvero decisa/o a sommetterti alla tortura. In tale caso, inscriviti al club! Sei solo uno più dei milioni di occidentali che scoprono che il Padmasana (Postura del Loto) ed altre posture a gambe incrociate sono tra le posture di yoga quelle più difficili da padroneggiare. All'opposto dei nostri amici indiani, non siamo stati educati a sederci per terra, col risultato che le nostre anche si sono adattate alle sedie. Per tutta l'infanzia, e sopratutto nell'ambito degli impieghi sedentari degli adulti, la seduta prolungata su una sedia ha avuto per effetto di accorciare i muscoli e i legamenti stessi che devono rimanere flessibili per il Padmasana. Peggio ancora, l'anca è un'articolazione potente comprendente alcuni dei ligamenti più forti di tutto il corpo, per impedire al femore di slogarsi. Questa stabilità cagiona una mancanza di mobilità. Per modificare la struttura dell'anca, e' necessario allenarsi con cura e regolarità su un periodo lungo. Ma non ti scoraggiare. Anche se non ce la fai a realizzare il Padmasana, non significa che non avrai diritto ad una rinascita felice ! Non ti forzare nel fare il Padmasana o le altre posture a gambe incrociate. L'articolazione del ginocchio è molto fragile per via di un certo numero di cose. Prima di tutto, il ginocchio è una delle più primitive articolazioni del corpo ed è molto più debole dell'anca. Se sono molto rigide le tue anche, potresti forzare le ginocchia oltremodo senza pertanto migliorare la flessibilità delle anche manco di un millimetro. Sono le anche, non le ginocchia, che devono essere flessibili per la postura del Loto. In secondo luogo, quando è completamente estesa, l'articolazione del ginocchio non può girare. Quando la si piega, interviene tuttavia una leggiera rotazione, e questa può rivelarsi dannosa per i ligamenti, le cartilagini ed il menisco. Il ginocchio non perdona, una volta ferito, non può mai più essere lo stesso di prima. Quindi, se senti un dolore acuto al ginocchio, aggiusta la tua postura o chiedi l'aiuto ad un insegnante competente. I seguenti esercizi ti aiuteranno a prepararti al Padmasana. Le estensioni sono più efficienti quando le si fa dopo le posture in piedi, quando il corpo è riscaldato. Quelli e quelle che sono rigidi dovrebbero praticare nel pomeriggio, quando sono più flessibili. Comincia per tenere ogni postura per un minuto, aumentando sino a cinque minuti quando le posture diventano più facili. Non si dispone sempre né del tempo né della pazienza per reggere ogni esercizio così a lungo. Perciò suggerisco quel che faccio io: inspira e espira molto a fondo cinque volte; ciò corrisponde a circa mezzo minuto. Poi, potrai portare il numero a 10 ed anche di più, ma iniziare piccolo consente di non scorraggiarsi. Chi ha avuto ferite al ginocchio o alla caviglia dovrebbe essere particolarmente attento, qui. Se non ce la fai ad alleviarti coll'aggiustare la tua postura, dovresti avere sufficiente saggezza per chiedere aiuto ad un insegante sperimentato. Potresti pure provare altre posture sedute, tipo il Virasana (Postura del Eroe) o il Siddhasana (Postura del Savio) con i glutei sollevati su di una coperta salda. Queste posture sono eccellenti per la meditazione. Nel corso di tutti queste estensioni, usa il respiro addominale profondo per aprire il corpo dall'interno. Invece di «provare» a rilassarti con pressioni sui muscoli durante il corso dell'estensione, va a prendere il fiato più in fondo nel centro della tua pelvi. Con ciascun respiro, sentirai le anche allargarsi, ed a ciascun' espirazione, permetterai ai tuoi muscoli di slittare un pò più sulle ossa. [Così per dire: questa è un' immagine, perché, dal punto di vista dell'anatomia, i muscoli NON slittano sulle ossa] Esercitandolo così, piano piano, il corpo accoglierà la postura e farà progressi rapidi verso la perfezione del Padmasana. |
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Figura 1.
Figura
2.
Figura
3.
Siediti in Virasana
(postura dell'eroe) colle ginocchia allineate sulle
anche. Tira il centro della pelvi verso il centro delle coscie, chinati
da dietro sui gomiti. A secondo della tua flessibilità, puoi
o sostenere la tua schiena con un cuscino, oppure appoggiare la schiena
sul pavimento e tenere le braccia sollevate sopra la testa. Non cercare
di chinarti se le ginocchia si allarganono o lasciano il pavimento.
Figura
4.
Figura 5
E' abbastanza ovvio
che pochi sono quelli che possono arrivarci la
prima volta. Perciò, ed in particolare per gli uomini,
meglio vale piegare il ginocchio, di modo che si possa afferrare il
piede, piuttosto che mantenere la gamba tesa e tirare senza riuscire a
toccare il piede. L'articolazione si ammorbidirà poco a
poco.
Figura
6.
Figura
7.
Figura
8.
Figura
9.
Stesso commento che
alla figura 5. Piegare il ginocchio, di modo che si
possa acchiappare il piede, piuttosto che mantenere la gamba tesa e
tirare senza riuscire a toccare il piede. L'articolazione si
ammorbidirà poco a poco.
Figura
10.
Figura
11.
Figura
12.
Stessa indicazione
della figura 5. Benché molto meno facile
rispetto alla figura 9, prova a piegare il ginocchio, di modo che si
possa acchiappare il piede, piuttosto che mantenere la gamba tesa e
tirare senza riuscire a toccare il piede. Altrimenti, fai come puoi.
L'articolazione si ammorbidirà poco a poco.
Figura
13.
Per il Padmasana,
quando si tira il piede sulla coscia, bisogna
reggerlo all'altezza della tibia e della caviglia, e non dal disopra
del piede. Mantieni la caviglia piegata (figura A) per evitare la
supinazione (figura B). Una volta appoggiata la caviglia sulla coscia,
si può rilassare il piede. La supinazione può
ammaccare i legamenti e la cartilagine laterale dal ginocchio, e
ciò può causare ferite a queste strutture
delicate. Ad ogni modo, NON FORZARE. Checché ti si dica,
cambia posizione, piuttosto che sopportare il dolore. Non si tratta di
un concorso di masochismo.
Figura
14.
Figura
15.
Figura
16.
Praticando
Padmasana,
ricordati che il corpo e l'asana si devono incontrare a loro proprio
modo e momento. Se infliggi l'asana al corpo, potresti indurre una
dicotomia tra quel che credi che "dovrebbe" essere il corpo e quel che
realmente è.Il corpo allora diventerebbe un nemico da
conquistare invece di un compagno di strada. Abbandonando le tue idee
preconcette e le tue immagini sul sino dove devi andare, ti liberi per
poter esplorare l'asana al momento presente, con tutta
l'attenzione che un amante potrebbe dare alla sua amata .
Praticando con un affetto sincero, lascia la postura diventare un
viaggio, invece di una destinazione. Allora, anche una postura
difficile quanto il Padmasana diventerà piacevole. (ritorno all'inizio della pagina)
Donna Farhi
Schuster è un insegnante
Iyengar certificata, ed anche un'insegnante di rieducazione motoria del
corpo nella zona della Baia di San Francisco.
Seguito : Zazen
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