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Aggiornato al 2 maggio 2007

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nishijimaGl'insegnamenti di  Gudo Wafu Nishijima rôshi



Teoria delle quattro vedute
ovvero tre filosofie ed una realtà

Una collana di conferenze di maestro Gudô Nishijima

©Windbell Publications

Introduzione

Questo libretto è una collana di sette conferenze sul Buddhismo date dal Reverendo Gudo Wafu Nishijima in occasione dei seminari settimanali che ha in Tokio sin da una quindicina di anni. Il reverendo Nishijima fonda le sue spiegazioni della teoria buddhista sullo Shôbôgenzô, opera maggiore del bonzo buddhista, ed anche filosofo, conosciuto col nome di maestro Dôgen. Pur pensatore brillante ed originale, ad agio con le parole e le complessità della logica buddhista, maestro Dôgen mai perse di vista il baratro che divide le idee dalla realtà. Osservò che le vere fondamenta della vita buddhista non risiedono nelle teorie, ma nella semplice pratica del sedersi chiamata Zazen. Il suo pensiero è perciò totalmente pratico e realista, e la sua intuizione rimane così fresca e pertinente oggi quanto lo fu settecento anni fa.

E' nell'avere studiato per tutta la sua vita lo Shôbôgenzo che il reverendo Nishijima trovò le basi della teoria chec egli chiama le Quattro Filosofie ovvero le Quattro Vedute. In queste sette conferenze, egli spiega ognuno dei quattro stadi in termini del pensiero filosofico moderno. Il reverendo Nishijima crede che la teoria buddhista, la teoria che maestro Dôgen iscrisse nello Shôbôgenzô, è tuttora logica e comprensibile. Ma se non se ne capisce la quadruplice struttura adoperata da maestro Dôgen, le immagini poetiche, la struttura complessa e le affermazioni apparentemente contraddittorie sulla realtà contenute nello Shôbôgenzô diventano virtualmente incomprensibili per il lettore moderno.

Le parole ed il loro significato presentano sia al lettore quanto al traduttore dei problemi; ogni linguaggio possiede le sue proprie caratteristiche specifiche riflettendo la cultura di una data società. Il sanscrito è una lingua elegante, complessa e fortemente modulata, e il giapponese è una lingua ben più orientata sul sentimento, alla quale manca la rigida struttura logica dell'italiano. I caratteri cinesi scelti dai primi traduttori della letteratura buddhista per esprimere le parole sanscrite catvary aryasatyani vengono  pronunciati Shi Sho Tai, in giapponese. Shi significa quattro, Sho ha il senso di sacro o nobile e Tai significa verità o filosofia. Tuttavia, vi si riferisce spesso come Shi Tai Ron, in cui Ron significa teoria. Così, l'espression 'teoria delle Quattro Filosofie' è qui una traduzione italiana vicina assai dal giapponese. La parola Satya in sanscrito è diventata in giapponese 'Tai'. L'una e l'altra possono esser interpretate in diversi modi; benché il primo senso dai due sia indubbiamente 'verità', 'filosofia' è pure una versione giusta rispetto al senso giapponese.

Coll'andare degli anni, il reverendo Nishijima adoperò una varietà di traduzioni per le parole Shi Tai Ron, nel suo tentativo di trovare l'espressione inglese più idonea e precisa per trasmettere il sistema di pensiero che aveva trovato nell'opera di maestro Dôgen. Siccome la struttura dello Shôbôgenzô è teorica, un sistema filosofico, il reverendo Nishijima scelse di adoperare i termini 'filosofia' o 'veduta' piuttosto che 'verità'. E nell'espressione 'Quattro Filosofie' o 'Quattro Vedute', la quarta non indica una filosofia astratta, ma bensì la realtà stessa. D'onde il titolo di questo libro : Tre Filosofie e una Realtà.

Noi speriamo che, grazie alle discussioni e scambi di opinioni aperti tra bonzi, laici e specialisti, si potrà trovare una soluzione realista al problema di sapere quali parole, quali frasi descrivono meglio ogni aspetto del pensiero buddhista, poiché non si può evitare di interpretare ciò che noi leggiamo a secondo le nostre proprie credenze ed esperienze. Le parole spesso hanno significati diversissimi a seconda delle persone, eppure la realtà che la teoria buddhista tenta di descrivere è una sola; speriamo che ognuno insegnerà la medesima comprensione, una comprensione comune, di quella realtà nella quale noi viviamo. Quella era la speranza di maestro Dôgen. Anche noi speriamo che questi saggi stimoleranno tale scambio, e in quanto tali, contribuiranno ad una vera comprensione del pensiero buddhista di maestro Dôgen.

Il reverendo Nishijima è arrivato alla conclusione che le Quattro Filosofie, o più correttamente, le Tre Filosofie ed una Realtà, ben potrebbero essere l'interpretazione giusta delle Quattro Nobili Verità. Nella prima conferenza, egli introduce la sua scoperta, e talune delle ragioni per cui egli pensa che le parole sanscrite originali catvary aryasatyani rinviano alle Quattro Filosofie che adopera maestro Dôgen nello Shôbôgenzô. Egli spera che la discussione sulla scelta migliore delle parole per spiegare i concetti buddhisici continuerà ed egli accoglie con piacere l'aiuto ed i consigli di coloro i quali si sono impegnati nello studio e la diffusione del Buddhismo.


Segue : La teoria delle quattro vedute


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