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Il buddhismo ed io
Benché oramai 85enne, quando ripenso alla mia vita, sono molto lieto d'aver potuto incontrare il buddhismo e d'aver seguito nello studio di esso. Da ragazzino, non immaginavo che ci potesse essere una verità sola, inclusiva dell'Universo, ma quando ho incontrato la filosofia buddhista stabilita dal Buddha Gotama, ci ho creduto in modo assoluto, ed ho passato più di 60 anni a studiarla, a praticarla, ad insegnarla ed a spargerla in tutto il mondo, e, sin da poco, sono lietissimo di poterlo fare attraverso questo blog.
Certo, le situazioni religiose del mondo non sono semplici, ed i problemi creati dai concepimenti religiosi accumulatisi nel mondo numerosissimi. Quello dell'Islam essendone un esempio solo. Benche tanti politici, religiosi ed universitari tentino di risolvere queste complicazioni con tutti i loro sforzi, non è facile da fare per esseri umani.
Fortunatamente per me, ho incontrato il buddhismo. Questi pone che dobbiamo respingere le due filosofie fondamentalmente scorrette che sono idealismo e materialismo, ed accettare la realtà così com'è. La prima volta che ho inteso tale teoria, sono stato sorpreso e mi fu difficile assai accettarla. Poi, coll'avanzare nei miei studi, ho potuto osservare quanto raggionevole era una teoria che ci consenta di vedere le caratteristiche unilaterali ed imperfette dell'idealismo e del materialismo, e di aprirci gli occhi direttamente sulla realtà. Di fronte ad una filosofia così semplice diretta, la mia sorpresa fu grande ma non potei respingere un insegnamento così comprensibile e pratico.
Il buddhismo e la mia famiglia
Ho cresciuto in una famiglia poco religiosa. Come era frequente nelle famiglie giapponesi dell'epoca, mio padre manteneva a norme di regola un altarino shinto vicino al soffitto, e ne cambiava le foglie, l'acqua ed il saké all'inizio di ogni mese, senza per tanto credere con tanta sincerità nel Shintoismo. Mia madre andava spesso visitare un tempio shinto vicino a casa senza per tanto essere un credente molto sincera. Così non fui molto influenzato dalle loro credenze religiose.
La Seconda Guerra mondiale ed il buddhismo
Nel 1932 e nel 1936, ci furono due gravi colpi di stato in Giappone, ed il confronto tra il militarismo nazionalista ed il comunismo marxista divenno vivissimo. Era quindi inevitabile che mi fecessi la domanda per sapere quale tra i due era giusto.
Ebbi allora la fortuna di assistere ad una ritirata buddhista diretta dal maestro Kôdô Sawaki, in un tempio dal nome Daichu-ji nella prefettura di Tochigi, al nord di Tôkyô.
E allora che intesi la chiarissima proclama del maestro Sawaki che diceva "la destra è sbagliata, e la sinistra pure". Sentendolo, mi dissi che poteva essere giusto.
Era inevitabile che fossi, in quanto essere umano, influenzato dalla genetica, in accordo con la lege di causa ad effetto. Perciò, vorrei dare qualche indicazioni sulla storia della mia famiglia, nonni e genitori, per capire come sono diventato monaco buddhista.
Il nonno era Tanemi Koganemaru, soldato del clan feodale di Fukuoka. E benché questo clan fosse stato leale al governo Tokugawa, mio nonno dimostrò parecchio entusiasmo rispetto allo stabilimento del nuovo governo imperiale. Perciò, anche prima que fosse questi stabilito, venne arrestato dalla polizia del caln, ed era imprigionato nel castello quando venne proclamato il nuovo governo. Egli fu quindi liberato e poté tornare in famiglia. Ad ovest di Fukuoka, vi è una piccola montagna chiamata Monte Kaya (o Tsukushi Fuji), ed al piede della montagna, un paese dal nome Koganemaru, il cui nome era quello di quasi tutte le famiglie. Si dice che un guerriero dal nome di Kuniomi Hirano dimorò nella principale famiglia del paese, e divenne più tardi il capo della rivolta della miniera d'agento di Ikuno nella prefettura di Hyôgo, contro del governo Tokugawa; è dunque lecito pensare che mio nonno sia potuto essere influenzata dalle istruzioni di lealtà verso il governo imperiale che diede il Hirano.
In seguito allo stabilimento del governo imperiale, e di quello che ho appena esposto, mio nonno lavorò in quanto assistente per Soho Tokutomi, storico ben conosciuto all'epoca. Pare però di non esser stato molto soddisfatto dalle sue condizioni economiche.
Mia nonna si era molto impegnata ad allevare da sola i due figli nell'assenza del marito. E tra i due fratelli il figlio minore fu mio padre, Iwao Nishijima. Il clan aveva tolto al nonno il suo nome quando era in gallera, e gli fu quindi dato un nuovo nome, quello di Nishijima.
I nonni materni
Mio nonno materno era Sukeyoshi Terai, anche lui soldato del governo Tokugawa, e, dopo l'avvenimento del governo imperiale, seguì l'esercito Tokugawa nella lotta contro del nuovo governo in Aizu, nord-ovest del Giappone. Egli era però devoto di una divinità personale chiamata Sugawara Michizane, e quando quella divinità gli apparse in sogno per consigliargli di tornare a Tôkyô, egli seguì il consiglio. Più tardi fu ufficiale a Yokohama in quanto capo sezione Insegnava pure l'antico stile tradizionale di Haiku. Quando mia madre era ancora giovanissima, sua madre morì ma mère, e ella fu allevata dalla nuova sposa di mio nonno.
Segue con L'allenamento particolare a cura di
mio padre