Shôbôgenzô
Kesa kudoku di maestro Dôgen
I meriti del kasâya quinta
parte
(Ritorno
alla quarta parte)
[98]
Noi dobbiamo tenere e custodire
senza fallo queste
tre sottane. Tra le sottane samghâti, c'è il
kasâya
di sessanta striscie, che anche lui merita di essere ricevuto e
custodito senza fallo. Di solito, la lunghezza del corpo [di
un buddha]
dipende della durata della sua vita, che va da ottanta mille anni [105]
a cent'anni [106].
C'è chi dice che ci sono differenze tra ottanta mille anni e
cent'anni, mentre altri dicono che quello può essere uguale.
Noi
stimiamo l'affermazione della loro ugualianza come tradizione autentica
[107].
Le misure del corpo dei buddha e degli umani sono molto diverse: il
corpo umano può essere misurato [108],
ma il coìrpo del Buddha non può essere misurato,
in fin dei conti.
Dunque, al momento presente in cui il Buddha
Çâkyamuni indossa il kasâya del Buddha
Kâçyapa [109],
[il kasâya] non è né lungo
né largo. E al
momento presente in cui il Buddha Maitreya indossa il kasâya
del Buddha Çâkyamuni,
esso non è né corto né stretto. Noi
dovremmo
pensarci chiaramente, decidere in modo concludente, capire
completamente e osservare con cura questo fatto che il corpo del buddha
non è né lungo né corto. Il re
Brahmâ [110],
benché molto alto nel mondo materiale, non vede il vertice
della testa del Buddha. Maudgalyâyana [111],
essendosi avventurato lontano nel Mondo della luminosa
Bandiera, non discerne la voce del Buddha: è proprio un
mistero
che [la forma e la voce del Buddha] siano le stesse, che si le vedano e
sentano da vicino o da lontano.
Tutti i meriti del Tathâgata sono così [112],
e noi dovremmo tener questi meriti in testa.
[100]
Rispetto a [i metodi] di tagliare e di cucire il
kasâya, c'è la sottana di striscie separate [113],
la sottana di striscie aggiunte [114],
la sottana di striscie pieghettate
[115]
e la sottana di una pezza sola [116],
ognuna corrispondendo ad
un metodo idoneo. Noi dovremmo ricevere e custodire [la sorta di
sottana] che si accorda con il [tessuto] che si è ottenuto.
Il
Buddha dice: "Il
kasâya dei buddha dei tre tempi è invariabilmente
cucito a trapunto." Quando
si ottiene il tessuto, ancora una volta, noi consideriamo che il
materiale puro è buono, e noi consideriamo quel che si suol
chiamare
"stracci luridi" come il più puro di tutti. I buddha dei tre
tempi ritengono che tutti gli [stracci] sono puri. Di più,
anche
il tessuto offerto da donatori devoti è puro. Anche
lì ,
anche [il tessuto] comperato su di un mercato con danaro puro
è
puro. Ci son dei limiti al [numero dei] giorni per cucire la sottana [117],
ma in questa era degenerata del Ultimo Dharma, in una nazione
appartata, meglio vale, fose, per noi ricevere
e custodire
[la sottana] tagliando e cucendo ogni volta che ci spinge la fede.
E' un segreto ultimo del Grand Veicolo che i laici,
siano essi degli umani o degli dei, ricevono e proteggono il
kasâya. Il re Brahmâ e il re
Çakra [118]hanno
tutti due ricevuto e custodito il kasâya, e quelli sono
eccellenti precedenti in [i mondi de] la volizione e della materia. I
[precedenti] eccellenti nel mondo
umano sono aldilà di ogni calcolo. Tutti i bodhisattva
laici hanno ricevuto e custodito [il kasâya]. In Cina,
l'imperatore Bu [119]
della dinastia dei Liang, e l'imperatore
Yang [120]
della dinastia dei Sui hanno tutti due ricevuto e custodito il
kasâya. Gl'imperatori Daiso e Shukuso
[121]
indossarono
tutti due il kasâya, lo impararono in pratica con dei monaci,
e
ricevettero e protessero i precetti di bodhisattva. Altri, come dei
signori di casa e le loro spose che ricevettero il kasâya
e
i precetti
buddhisti sono eccellenti esempli al passato e al presente.
In Giappone, il principe
Shotoku [122]
ricevette e protesse il kasâya, e diede conferenze su dei
sûtra come il Sûtra del Loto e il Sûtra
Çrîmâlâ [123],
egli ebbe il miracoloso presagio di una pioggia di fiori preciosi
cadendo dal cielo. Sin da quel giorno, il Buddha-Dharma s'è
sparso in tutta la nostra nazione. Benché [il principe
Shôtoku] fosse stato il
regente di tutta la nazione, non era altro che un
guida-insegnante per gli umani e gli dei. In quanto emissario del
Buddha, egli era padre e madre per numerosi
esseri vivi. Nella nostra nazione, oggi, pur essendo stati i tessuti, i
colori e le mensurazioni del kasâya tutti capiti male,
è
solo grazie al potere del principe Shôtoku che noi possiamo
vedere e udire la parola kasâya. Noi saremmo oggi
in un triste stato se, all'epoca, egli non avesse distrutto il
falso e stabilito il vero. Più tardi, l'imperatore Shomu [124]
anche lui ricevette e protesse il kasâya anziché i
precetti
di bodhisattva. Dunque, che noi fossimo imperatore o
sudditti, dovremmo ricevere e custodire il kasâya e
ricevere
i precetti de bodhisattva senza indugio. Non vi può esser
una
felicità maggiore per un corpo umano.
[104]
E' stato detto che
"I
kasâya ricevuti e protetti dai laici
sono o chiamati 'a cucitura semplice' o chiamati
'sottane secolari'. Cioè che non sono stati cuciti col
trapunto." Si dice anche
che
"Quando i laici vanno in un posto di [pratica] della verità,
dovrebbero essere provisti delle tre sottane del Dharma, di uno stelo
di
salice [125],
di acqua di risciacquatura [126],
di ciottole e di un tessuto per sedere [127];
dovrebbero avere le medesime pratiche pure dei bhiksu
[128]."
105]
Tali erano le tradizioni di un maestro
del passato
[129].
Eppure,
[la tradizione] che adesso è stata ricevuta dall'uno
all'altro
dei patriarchi buddhisti è che i kasâya trasmessi
ai re,
ai ministri, ai signori di casa
[130]
e alla gente ordinaria sono tutti cuciti
col trapunto. Un eccellente precedente è
che [maestro Daikan Eno] aveva già ricevuto la
trasmissione autentica del kasâya del Buddha in quanto
Rô
[131],
il
servitore del tempio. Di solito, il kasâya è la
bandiera
di un discepolo del Buddha. Se abbiamo già ricevuto e
custodito
il kasâya, nooi dobbiamo umilmente riceverlo sulla testa
tutti
i giorni. Ponendolo sul vertice del cranio, noi giungiamo le mani e
recitiamo i versi che seguono:
Daisai
gedatsu fuku
Quant'è grande il vestito
della
liberazione!
Muso fukuden-e
Benché senza forma, è
l'abito dei campi di felicità
Hibu Nyôrai kyô
Con rispetto rivestito
dall'insegnamento dell'Così-Venuto
Kodo shoshujo
Ovunque vado salvare gli
esseri vivi.
Dopodiché
lo si riveste. Nel kasâya, ci si dovrebbe sentire come [il
nostro] maestro e sentirsi come una torre [132].
Noi
recitiamo anche questi versi quando riceviamo umilmente
il kasâya sulla testa dopo l'averlo lavato.
[107]
Il Buddha dice:
Rasandosi la testa e indossando
il kasâya,
Noi siamo protetti dai buddha.
Ogni persona che trascende la vita domestica
E' servita dagli dei e gli uomini.
E' chiaro che una volta che noi ci siamo rasato la testa
e che abbiamo rivestito il kasâya, noi siamo protetti da
tutti i
buddha. Fidandosi a questa protezione dei buddha, [ci si]
può
schiettamente realizzare le virtù dello stato supremo di
bodhi.
Le folle
celesti e le moltitudini umane fanno offerte à questo tipo
di
persona.
'L'Onorato del Mondo dice al bhiksu
Saggezza-Chiarezza
[133]:
"
La
sottana del Dharma ha dieci meriti eccellenti: 1) Può coprire
il corpo e allontanare la vergogna, riempirci di umiltà e
[farci] praticare le buone maniere [134].
2) Allontana il freddo e il calore, ed anche le zanzare, le creature
nocive e gli insetti velenosi,
[dimodoché] possiamo praticare la verità nella
tranquillità. 3) Manifesta la forma di uno
çramana [135]che
ha lasciato la vita di famiglia, facendo le delizie di coloro gli
vedono e allontanando i cattivi stati mentali. 4) Il kasâya
è nient'altro che la
manifestazione agli esseri umani e agli dei di una preziosa bandiera;
coloro i quali
l'onorano e lo venerano possono rinascere in
un paradiso brahma [136].
5) Indossando il kasâya, si sente che è una
bandiera
preziosa; esso può spegnere i falli e produrre ogni sorta di
felicità e di virtù. 6) Una delle regole
fondamentali
quando si ha fatto un kasâya è di tingerlo in un
colore
secondario [137],
per fare sicché ci custodisca dai pensieri e dai cinque
desideri [138],
e non dia luogo alla lussuria. 7) Il kasâya è la
pura sottana del Buddha; poiché eradica le afflizioni [139]
per sempre e le transforma in un campo fertile. 8) Quando il
kasâya copre il
corpo, esso spegne il karma dei falli e suscita ad ogni
momento la pratica delle dieci sorte di bene [140].
9) Il kasâya è come un campo fertile;
poiché
è ben
capace di nutrire la via del
bodhisattva. 10) Il kasâya è anche come
un'armatura;
poiché
rende le saette avvelenate dell'afflizione incapaci di fare del male.
Saggezza-Chiarezza! Ricordati, è tra queste cause
que, quando i buddha dei tre tempi, anziché i
pratyekabuddha,
gli çrâvaka, i puri monaci e le pure monache si
coprono il
corpo dal kasâya, [questi] tre gruppi di esseri
sacri, si siedono come fossero uno solo sulla preziosa piattaforma
della liberazione, impugnano la spada
della saggezza per distruggere i demoni dell'afflizione, e entrano
assieme nelle numerosi sfere del nirvâna che ha un sapore
unico."
Allora, l'Onorato del Mondo riparlò in versi:
Bhiksu
Saggezza-Chiarezza, ascoltami bene!
La grande sottana campo-di felicità ha dieci eccellenti
meriti:
Il vestito secolare aumenta la lordura provocata dal desiderio,
Non ne va uguale col costume dell'Così-Venuto;
Il costume del Dharma dsitoglie la vergogna sociale,
Ma ci riempisce di umiltà generatrice del campo di
felicità.
Allontana il freddo e il calore,
anziché gli insetti velenosi;
Raffermendo la nostra
voglia di verità, ci consente di arrivare all'ultimo.
Manifesta [la forma] del
monaco e allontana l'avidità;
Estirpa le cinque vedute
[141] e [suscita] la pratica corretta.
Guardare e chinarsi
davanti alla forma di bandiera preciosa del kasâya
E venerarlo produce la
felicità del re Brahmâ.
Quand un discepolo del
Buddha indossa la sottana e si sente tale una torre,
Ciò produce
felicità, estingue i falli e impressiona umani e dei.
I veri
çramana, di modesta apparenza, rispettosi,
Non sono insozzati nei
loro atti dai falli sociali.
I buddha lodano [il
kasâya] come un campo fertile,
Lo dicono supremo per
dare benefatti e gioia agli esseri vivi.
Il potere magico del
kasâya è impensabile,
Può farci
praticare atti che pîantano i semi della bodhi [142].
Fa germogliare la
verità come germogli di primavera,
Il maraviglioso effetto
della bodhi essendo come il frutto di autunno.
Il kasâya
è una vera armatura, dura come il diamante;
Le freccie avvelenate
dell'afflizione non possono nulla contro di esso.
Ho quindi fatto un breve
elogio dei dieci eccellenti meriti,
Tanti kalpa successivi
non basterebbero per dirlo in extenso
Se un drago indossa un
sol filo [del kasâya],
Può scappare
[al destino] di diventare preda di un garuda [143].
Se c'è gente
che protegge questa sottana traversando l'oceano,
Non ha nulla da temere
dai pesci-draghi o dai demoni.
Quando brontola il
tuono, colpisce il fulmine e il cielo è adirato,
Colui che indossa il
kasâya è senza paura.
Se uno vestito di bianco
[144]
può personalmente tenere e custodire [il kasâya]
Nessun cattivo de mone
potrà avvicinarlo.
Se [quella persona]
può stabilire la volontà e cerca di lasciare la
casa,
Distogliendosi dal mondo
e praticando la verità del Buddha,
Tutti i palazzi dei
demoni nelle dieci direzioni tremeranno,
E quella persona presto
farà l'esperienza del corpo del Re del Dharma [145]
[146].
[107]
Quegli eccellenti meriti includono largamente tutti i meriti della
verità del Buddha. Noi dovremmo
esplicitamente imparare in pratica i meriti presenti in [queste] lunghe
linee e questi [corti] versi di lode, non soltanto gettandole
un'occhiata rapida prima di presto porgli di canto, ma studiandogli
frase per frase
per un lungo periodo. Tali eccellenti meriti sono
nient'altro che quelli dello stesso kasâya: non
sono l'effetto di [dell'inseguimento] accanito del merito
praticandolo grazie all'allenamento perpetuo. Il Buddha dice: "
Il potere magico del
kasâya è impensabile; "non
può essere supposto a caso dall'uomo
ordinario, i saggi o i santi. Di solito, quando facciamo l'esperienza
del corpo del Re del Dharma, indossiamo
sempre il kasâya. Mai nessuno, sin dai tempi più
antichi,
ha fatto l'esperienza del corpo del Re del Dharma senza indossare il
kasâya.
Il seguito del
fascicolo Kesa-kudoku
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Note:
105- Si dice che il Buddha Maitreya si
manifesterà in questo mondo quando avrà 80 000
anni. [ritorno]
106- Il Fuyo-kyô,
dal sanscrito Lalita-vistara-sûtra,
dice che il Buddha visse cent'anni. [ritorno]
107- Maestro Dôgen non
negava
l'esistenza di differenze di lunghezza, ma suggeriva allo stesso tempo
che, nel corso dell'azione, queste differenze
relative non hanno importanza. [ritorno]
108- Il corpo-di-buddha
è un stato
reale al momento presente, e non solo una materia fisica. [ritorno]
109- Vedi nota 23. [ritorno]
110- Il dio creatore nella
mitologia induista. [ritorno]
111-
Maudgalyâyana fu uno dei dieci
grandi discepoli del Buddha. Si dice che lui e
Çâriputra,
figli di brahmani di paesi vicini, fossero stati buoni amici. Si dice
di lui che fosse il primo in capacità
magiche. Il Mondo di Luminosa Bandiera è un mondo
occidentale
immaginario in cui vivono i buddha. Il Dai-hô-shaku-kyô
(dal sanscrito Mahâratna
kûta-sûtra), cap.10, contiene una
storia in cui Maudgalyâyana va nel Mondo della Luminosa
Bandiera. [ritorno]
112- Cioè che i meriti
del Buddha sono aldilà delle considerazioni relativi. [ritorno]
113- Questi nomi
sono spiegazioni piuttosto che traduzioni precise dei caratteri cinesi
di origine. La "sottana di striscie separate" è katsu-setsu-e, lett., "divisa-e-tagliata-sottana";
per
quest'ultima, i segmenti individuali di ogni
striscia sono
cuciti assieme, poi le striscie cucitte assieme e finalmente, i quadri
e i legacci vengono aggiunti. [ritorno]
114- Zeccho-e, lett.,
"[carattere sconosciuto]-foglia-sottana"; si tratta fondamentalmente di
una grande pezza di tessuto non-tagliato sulla quale striscie strette vengono
cucite per creare le striscie
e i quadri. [ritorno]
115- Sho-yo-e, lett.,
"assemblea-foglia-sottana"; si tratta ancora una volta di una grande
pezza di tessuto non tagliato, ma quii, essa viene pieghettata per
creare le striscie. [ritorno]
116- Man-e -- siignora
il senso del primo carattere; si tratta di una pezza sola di tessuto
cui soli i bordi sono cuciti, e alla quale i legacci vengono
aggiunti. [ritorno]
117- I termini
sono di cinque giorni per la sottana samghâti, di quattro
giorni
per la sottana di sette striscie, e di tre per quella di cinque
striscie. [ritorno]
118- Le leggende
indiane raccontano che il re Brahmâ è il
re del mondo della volizione, mentre il re Çakra
(cioè
Çakra-devânâm-indra) è quello
del mondo
materiale. [ritorno]
119- L'imperatore
Bu, o Wu, (464-549) regnò dal 502 al 549. La sua
conversazione
con maestro Bodhidharma all'arrivo di quest'ultimo in Cina,
è celebre. [ritorno]
120- L'imperatore
Yang (569-617) regnò dal 605 al 617. [ritorno]
121- Daiso e Shukuso furono imperatori
della dinastia Tang (618-906), e furono
contemporanei del maestro Nan-yo Echu. Vedi nota 5. [ritorno]
122- Il principe
Shôtoku (573-620) fu il primo organizzatore dello stato
giapponese. Fece la promozione del Buddhismo, che volle
religione dello stato. [ritorno]
123- Il nome completo del
sûtra è Çrîmâlâ-devî-simhanâda-sûtra.
Çrîmâlâ era la
figlia del re Prasenajit del Koçala e grande
propagatrice del buddhismo. [ritorno]
124- L'imperatore Shomu
regnò sul Giappone dal 724 al 749. [ritorno]
125- Lo stelo di salice serve
a pulirsi i denti. [ritorno]
126- L'acqua potabile si deve tenere in
una bottiglia chiusa, per bere o risciacquarsi la bocca. [ritorno]
127- Il tessuto per sedersi o zagu, viene steso
per terra per le prosternazioni formali. [ritorno]
128- Le due citazioni sono tratte dal Maka-shikan-hôgyô-den
guketsu, commento cinese sul Maka-shikan, raccolta
delle conferenze del maestro cinese Tendai Chigi, il fondatore della
scuola Tendai. [ritorno]
129- "Maestro del passato" è
ko-toku, lett.,
"antico merito" o "persona meritante del passato". Quelle parole spesso
tornano nel Maka-shikan.
[ritorno]
130- "Signore di casa"
è qui koji. [ritorno]
131- Rô
era il nome di maestro Daikan Eno prima che diventasse monaco. La
storia del suo lavoro in quanto servitore del tempio
è
riportata nel Sûtra della Piattaforma del Sesto
Patriarca Hui-Neng. [ritorno]
132- Sono qui
due delle otto immagini di venerazione, o sentimenti,
associate con l'indossare il kasâya: 1) sentirsi
come una
torre (perché si è seduti ritti); 2) sentirsi
come il
Buddha
("il nostro maestro,"); 3) sentire la solitudine e la pace; 4)
sentire la compassione; 5) sentire la venerazione; 6)
sentire umiltà; 7) sentire pentimento; 8)
sentire che
si sono dissipate l'avidità, l'ira e la
stupidaggine e ottenuti tutti gl'insegnamenti da un monaco. [ritorno]
133- Chiko. Il nome
sanscrito di questo monaco è sconosciuto. [ritorno]
134- "Buone maniere"
è zenhô,
lett., "buona legge". L'osservanza di zenhô, o
regola morale dell'Universo, è il secondo dei tre precetti
universali da bodhisattva. [ritorno]
135- La parola sanscrita çramana
significa un vagabondo, un mendicante o un monaco buddhista. [ritorno]
136- Il primo dei quattro paradisi dhyâna nel
mondo della materia è detto comprenderne tre: il
Brahma-pârisadya, il Brahma-purohita ed il
Mahâbrahman. Gli
esseri di questi paradisi, avendo lasciato il mondo della
volizione, non sono più turbati dal desiderio sessuale. [ritorno]
137- E-jiki. Vedi nota
93. [ritorno]
138- I cinque desideri sono
quelli che sono associati alla vista, l'udito, l'odorato, il
gusto ed il tatto. [ritorno]
139- Bonno, che
rappresenta il sanscrito kleça.
[ritorno]
140- Le dieci sorte di bene sono
l'astenzione dalle dieci sorte di mali: 1) l'uccisione, 2) il furto, 3)
l'adultero, 4) la
menzogna, 5) il doppio linguaggio, 6) la defamazione ingiuriosa, 7) il
chiacchiericcio, 8) l'avidità, 9) l'ira e 10) la
devozione alle vedute fausse. [ritorno]
141- Goken, "le cinque
vedute", rappresenta il sanscrito pañca
drstayah,
le "cinque vedute false" che sono 1) l'idea di una
personalità, di un'anima, 2) l'estremismo, 3)
l'atheismo, 4) le dogmatismo, 5) l'attacamento ai precetti e alle
osservanze. [ritorno]
142- I caratteri cinesi bodai, "bodhi" e il
carattere dô,
"via", "verità", della linea seguente vengono utilizzati in
modo interscambiabile. [ritorno]
143- Lett., "un re degli uccelli dalle
ali dorate", cioè un garuda,
uccello mitico mangiatore di draghi. [ritorno]
144- Byaku-e, lett.,
una "sottana bianca", per il sanscrito avadâtâ-vâsana.
[ritorno]
145- Hô-ô,
"re del Dharma", è un epiteto del Buddha. [ritorno]
146- Vol. 6 del Daijo-honsho-shinchi-kan-kyô,
il "sûtra mahâyânico della riflessione
sullo stato mentale nelle vite passate." [ritorno]